A Milano il panettone è il simbolo del Natale per eccellenza. Per non far mancare a nessuno questo dolce così amato, in alcune pasticcerie della città sarà possibile acquistare un panettone e lasciarne un altro già pagato, in “sospeso” per i meno fortunati.
L’iniziativa, che prende spunto dal “caffè sospeso” di tradizione partenopea coinvolge undici pasticcerie. Ad ogni panettone lasciato dai clienti, le pasticcerie ne aggiungeranno un altro per raddoppiare il dono. Quest’anno 2021 i panettoni raccolti andranno al Comune di Milano che li distribuirà a persone sole e a famiglie fragili. Una parte sarà destinata come di consueto alla Casa Jannacci, la Casa dell’Accoglienza di Via Ortles. Proprio ad un emarginato, Enzo Jannacci aveva dedicato una delle sue canzoni più belle e più famose.

Milan col coeur in man si dice dalle nostre parti. E mi piace pensare che questo gesto di generosità possa davvero aiutare le persone che vivono in situazione di disagio, a sentirsi meno sole a Natale.
Qui trovate l‘elenco delle pasticcerie dove dal 7 al 21 Dicembre è possibile aderire all’iniziativa “panettone sospeso”
Come è nato a Milano il panettone?

Alla corte di Ludovico il Moro, Signore di Milano i banchetti erano molto frequenti.
Ma quello del 24 Dicembre 1495 doveva essere un’occasione speciale, la cena di Natale prevedeva numerose portate all’uso rinascimentale, difficili ed elaboratissime. Il capocuoco tutto preso dalla selvaggina e altre leccornie, inforna il ciambellone che aveva preparato come dolce e chiede ad un giovane sguattero di nome Toni, di sorvegliarne la cottura.
Com’è come non è, il Toni si addormenta davanti al forno e quando si riprende è ormai troppo tardi: il dolce della festa è irrimediabilmente bruciato.

Il cuoco disperato non può fare altro che accettare la proposta di Toni di presentare alla tavola dei Duchi, il dolce che il ragazzo aveva preparato per sè.
Si tratta di un impasto a forma di cupola fatto con gli avanzi delle ciambelle, mescolati a uova, zucchero, canditi e uvetta.

Il profumo è buonissimo ma al cuoco tremano le gambe quando lo porta alla Duchessa che dopo averlo masticato lentamente lo guarda interrogativa. “L’è il pan del Toni….!” dice prontamente prendendo le distanze. Ma il Duca e i commensali applaudono estasiati dalla bontà di questo dolce che ha attraversato i secoli ed è diventato il panettone.

A Milano è tradizione mangiare il 3 Febbraio, giorno di San Biagio, il panettone avanzato di Natale. Secondo la leggenda il vescovo e medico Biagio, salvò un ragazzo che stava per soffocare per aver inghiottito una lisca di pesce, facendogli mangiare del pane. Il folklore popolare ha fatto la trasposizione e a Milano, a San Biagio, bisogna mangiare il panettone per proteggersi la gola!
Proprio lo scorso anno ho partecipato ad un evento a Milano in cui hanno parlato anche di questa iniziativa che sinceramente trovo bellissima
anche io la trovo molto bella, per questo ne ho voluto parlare
Non solo i viaggi ma ogni argomento raccontato da te diventa immensamente piacevole . Grazie
che bello, detto da te!
Non conoscevo la storia del panettone! È davvero molto bella. Io non amo molto i canditi e, sicuramente sbagliando, cerco i panettoni senza. Mi spiace per il povero Toni, ma proprio non riesco a cedere alla sua versione classica. Iniziative del genere dovrebbero essere all’ordine del giorno. Ma tutt’è cominciare con un esempio no!?
l’iniziativa è bellissima e davvero sull’esempio di Napoli bisognerebbe farlo ovunque e con qualsiasi cosa: se piace a noi dobbiamo pensare che potrebbe piacere anche a qualcun altro che però non può permetterselo.
Stavo giusto cercando informazioni sulle origini del panettone ed Il tuo articolo capita a pennello: dato che lavoro come guida turistica, stavo preparando un tour natalizio nella mia città. Ormai nella capitale i dolci tradizionali romani come il pangiallo e il panpepato a malapena li vendono, trionfa il panettone pure qui!
ah ah nella infinita diatriba tra Milano e Roma per Natale vince il panettone!!!
Ahaha! Io non mi ci metto in mezzo perché adoro Milano! Sappi però che pure i romani che la snobbano, mangiano il vostro dolce 🙂
🙂
Io amo poco il panettone (sono più da pandoro, da brava veneta) ma amo iniziative come questa.
speriamo che i milanesi e non solo rispondano con generosità
Dopo l’iniziativa del caffè sospeso ho scoperto quella del libro sospeso. Adesso inciampo in quella del panettone: ottima idea. Mi auguro che tante famiglia bisognose possano ricerverli.
e’ vero, anche io ho letto recentemente del libro sospeso e qui a Lodi facciamo in collaborazione con le farmacie il “farmaco sospeso” per i medicinali. Piccoli gesti di solidarietà.
Hai pubblicizzato una stupenda iniziativa, le origini del panettone poi! Si impara sempre qualcosa di nuovo, io però non amo molto i canditi e lo preferisco addirittura senza uvetta.
Ma noooo! Il panettone senza canditi e senza uvetta non è panettone, è un altro dolce……però l’iniziativa del sospeso è proprio bella
Bellissima iniziativa! Perché Natale deve essere la festa di tutti anche per coloro che sono meno fortunati di noi! Buon Natale!
Aggiungerei che deve essere festa soprattutto e per i meno fortunati!
Proprio poco tempo fa ho scoperto la storia del “pan del Toni” grazie a un’amica che lavora per un’azienda che realizza i canditi per un’altra azienda che fa panettone. Come succede spesso le ricette migliori nascono da un errore 😉
Mi sembra un’ottima iniziativa quella del panettone sospeso, altre città piccole e grandi dovrebbero imitare questo esempio.
Buone feste â¤ï¸
se io lavorassi in un’azienda che produce canditi… mi verrebbe il diabete dopo una sola settimana!
Ma che bella la storia del ‘pan del Toni’… non la conoscevo. A me piace molto inzuppare il panettone la mattina nel caffellatte. Che bontà tutta invernale!! 😋😋😋
Se fosse per me mangerei il panettone tutto l’anno!
Buonissimo il panettone, io lo amo; quando vado in viaggio nel periodo natalizio, me lo porto sempre dietro altrimenti non mi sembra Natale.
ah ah bella idea portarsi il panettone! Anche io lo adoro e ti confesso che lo mangerei per tutto l’anno non solo a Natale