Visitare Bolgheri significa immergersi nella storia e nella cultura del cuore di quella bellissima terra di Toscana così feconda di personalità eccellenti e stravaganti.
Bolgheri è conosciuta da tutti per il suo spettacolare viale di cipressi celebrato dal Carducci nell’ode “Davanti San Guido”.
“Giganti giovinetti” li definisce il poeta col suo registro drammatico che è così poco nelle mie corde.

Quello che invece mi ammalia è la bellezza incontrastata della doppia fila di alberi che ci accompagna a Bolgheri nel leggero saliscendi della strada. Un vero patrimonio paesaggistico.
Gli alberi sono circa 2500 lungo i cinque chilometri che dall’incrocio dell’Aurelia conducono a Bolgheri, frazione di Castagneto che una volta era Marittima e oggi si chiama Carducci in onore del primo poeta italiano che ricevette il Nobel .

Mi piace davvero tanto questo viale. Mi piace percorrerlo lentamente in moto nella sera luminosa dell’estate toscana, che gioca con le ombre in un apparire e scomparire di vigne dietro i cipressi alti e stretti.
In realtà i cipressi cantati dal Carducci erano molti meno di quelli odierni e la strada da San Guido a Bolgheri era sterrata. Il viale fu completato dal Conte Giuseppe della Gherardesca dopo la morte del poeta.
Visitare Bolgheri significa anche scoprire la storia di questa nobile famiglia, avviluppata alla zona della Toscana che va verso la Maremma.
Iniziamo col dire che il padre di Giosué Carducci era il medico condotto di Bolgheri, feudo dei Della Gherardesca.

Visitare Bolgheri
Una volta percorso, ripercorso e ammirato in ogni sua angolazione (come ho fatto io) il viale di cipressi, la visita di Bolgheri si può condensare in poche ore.
Oggi Bolgheri è uno dei bellissimi borghi della Toscana circondato da distese di vigneti e ulivi. Un tipico agglomerato medievale ai piedi del castello, con case in pietra, due stradine che si rincorrono e tanti locali, ristoranti, enoteche che lo rendono vivace e sempre frequentato.

L’entrata in paese è attraverso una porta sotto la torre, parte della facciata del Castello sui cui troneggia la mezza aquila simbolo dei Della Gherardesca.
Poco oltre l’antica Chiesa dei Santi Giacomo e Cristoforo di fronte alla quale una targa ricorda il primo ignaro amore di Carducci, la “bionda Maria” che il poeta si pente di non aver sposato.

La Piazza Alberto è affollata di tavolini e di turisti che si concedono il primo aperitivo della giornata. Qui si trova la casa in cui visse Carducci e anche la statua della “nonna Lucia” che riposa nel cimitero a lei dedicato.

L’atmosfera diventa suggestiva al tramonto: le vecchie pietre si illuminano con gli ultimi raggi di sole, i ristoranti si riempiono di voci e sui tavolini si accendono lanterne e candele.
Tra i tanti locali merita una visita, anche solo per l’incredibile numero di bottiglie che contiene, l’Enoteca Tognoni.
Dopo un bicchiere di rosso di Bolgheri ci si può lasciare andare anche a storie fantastiche. Guardo il castello e penso alla storia dei suoi insigni proprietari.

Il Conte Ugolino
Siamo partiti con visitare Bolgheri: cosa c’entrano i cipressi con il Sassicaia e il Conte Ugolino?
Come ho detto, la famiglia Della Gherardesca è strettamente legata alla storia di questo borgo che fu parte dei suoi possedimenti.
Beati, Cardinali e Santi nascono in questa famiglia. Uno su tutti San Guido, quello a cui è dedicato l’Oratorio all’imbocco del viale dei cipressi.
Alla fine del 1200 compare Ugolino Della Gherardesca. Dante ce lo fa incontrare all’Inferno, tra i traditori della Patria.
Ugolino, accusato di tradimento, viene rinchiuso con i figli nella Torre Muda senza acqua né cibo e finisce per mangiare i loro cadaveri.
Nell’immaginario dantesco, sarà costretto a divorare per l’eternità il cranio di colui che lo ha ingannato.

Il “bestiale pasto” descritto da Dante ha reso per sempre tristemente famosa la figura del Conte Ugolino che prima di finire nella torre aveva lasciato il Castello di Bolgheri per trasferirsi in quello di Castagneto che appartiene ancora alla famiglia.

Molti altri discendenti importanti arrivarono dai vari rami della famiglia fino alla Contessa Clarice che nel 1930 sposa il Marchese Mario Incisa della Rocchetta legando Bolgheri alla produzione di uno dei vini migliori del mondo: il Sassicaia.
Il Sassicaia è solo a Bolgheri
Il Sassicaia nasce in una zona che non aveva vocazione vinicola, grazie alla tenacia del Marchese Incisa della Rocchetta. Conoscitore e ammiratore dei vini francesi, aveva deciso di riprodurre in toscana un vino che assomigliasse al bordeaux .
Siccome il terreno ghiaioso gli sembrò simile a quello della regione francese, iniziò a coltivare a Bolgheri uve di cabernet Franc e cabernet Sauvignon. Incredibilmente l’esperimento riuscì , e riuscì anche molto bene!
Le prime bottiglie prodotte nel 1944 erano ad esclusivo uso famigliare, poi la fama del vino ha superato i confini della tenuta.

Oggi il Sassicaia – che deve il suo nome al podere di sassi in cui è nato – ha una zona Doc appositamente riservata. Ovvero, per potersi fregiare del celebre nome deve rigorosamente essere prodotto nella Tenuta San Guido di Bolgheri, quella che si incontra percorrendo il viale di cipressi del Carducci, portata in dote da Clarice della Gherardesca.
E il cerchio si chiude con questa eccellenza toscana: un vino importante e strutturato, dal colore rosso rubino che deve invecchiare in botti di rovere per almeno due anni prima di essere bevuto.

Altri vini eccezionali vengono prodotti in questa zona come l’Ornellaia o i Rossi di Bolgheri ma il Sassicaia con la sua storia così incredibilmente legata a Bolgheri e ai suoi abitanti, è più di un vino: è un personaggio.

Vigneti che sono vere e proprie opere d’arte, dal valore inestimabile. Sono una wine lover d’eccezione, e per me viaggio è soprattutto palato, sapori e profumi. Solo grazie ai sensi Si scopre veramente l’anima di un luogo. E in queste terre i sensi sono tutti all’erta, te l’assicuro.
Non ho dubbi! Un week end in Toscana mi costa sempre qualche chilo in più
Questo è uno dei tanti borghi della Toscana che non ho ancora avuto la fortuna di visitare e che inizio a scoprire leggendo articoli come il tuo. Credo di aver visitato da piccola Castagneto Carducci ma proprio non ne ho memoria quindi devo sicuramente rimediare e organizzare un tour di scoperta di entrambi. Il vino, da astemia, sarà invece acquistato per qualche souvenir; non posso mancare con le tipicità.
secondo me se assaggi un rosso di Bolgheri poi non sei più astemia
Che meraviglia! In effetti quando si pensa a queste zone d’Italia i cipressi e le colline sono una delle prime cose che vengono in mente. Davvero una cornice stupenda per un week end, in qualsiasi stagione.
Proprio il paesaggio italiano per eccellenza
Pensa che sono venuta a conoscenza dell’esistenza di Bolgheri solo recentemente, da un professore anglo-svizzero conosciuto durante un master… dalle sue parole mi ero fatta l’idea che fosse un posto da “vips†e basta, ma ora che ho letto il tuo articolo penso che ci sarebbe pane (o vino…) per i miei denti
probabilmente nelle tenute intorno a Bolgheri ci saranno anche i vip…. il posto è talmente bello!
Ma dai, non pensavo che il Conte Ugolino avesse dei discendenti, secondo i miei pochi e scarsi ricordi della Divina Commedia il nobil uomo era solo un personaggio inventato da Dante.
Ugolino della Gerardesca è esistito veramente ed è stato rinchiuso nella torre. Che ci siano discendenti diretti è difficile dato che i figli se li è mangiati ma da altri rami della famiglia si arriva fino a noi!
Conosco poco la Toscana, anche le città più “famose” le ricordo a malapena, però è sempre interessante leggere dei suoi borghi. Mi piacerebbe fare un viaggio tra vigneti e paesini che, un tempo, hanno ispirato tanti poeti.
E’ una regione ricca di bellezze naturali e artistiche e in ogni angolo si respira arte, storia, poesia. Una terra meravigliosa la Toscana
Prima o poi farò un tour “coast to coast” della Maremma. Sicuramente Bolgheri farà parte dell’itinerario, se non per altro perchè sono appassionata di vini e vorrei fare un itinerario tutto incentrato sui vini toscani!
Mi sembra un’ottima idea! Hai di che sbizzarrirti in Toscana ci sono dei vini eccezionali
E’ molto emozionante trovarsi in un luogo così poeticamente famoso. Non sono propriamente una fan di Carducci, ma amo Dante e quindi Ugolino e con lui l’oblio di ogni cattivo pensiero che ti provoca il vino della zona, peraltro bellissima.
Condivido! Anche per me Carducci è un pò troppo pomposo però la sua descrizione dei cipressi corrisponde a verità
Non sono mai stata in questa zona ma penso che mi piacerebbe molto. Adoro i viali di cipressi e se ci si aggiunge il borgo così pittoresco e le cantine di buon vino, siamo a posto!
anche per me le cantine sono sempre un richiamo!
Ogni volta che guardo un borgo medievale immagino sempre come potesse svolgersi la vita a quell’epoca. Questo tuo articolo è ricco di informazioni molto interessanti che mi lasciano la curiosità sia di visitare Bolgheri sia di degustare i vini tipici della zona.
Bolgheri è proprio un tipico borgo della toscana, con tutte le caratteristiche di questa bellissima zona dai cipressi alle vigne ai castelli
I borghi della toscana li riconosci subito, ci sono colori unici, che in autunno rendono l’atmosfera speciale. A Bolgheri tutto o quasi parla di Carducci, si respira la storia e tu hai saputo renderla al meglio
Il viale di cipressi mi ha conquistato al primo istante
Molto interessante il tuo articolo, molto spesso questa estate ho visto le classiche foto dei viali di Bolgheri e me ne sono letteralmente innamorata. La Sassicaia potrebbe essere un altro valido motivo per venire in zona ad assaggiare dei buoni vini!
Io adoro i vini rossi e quelli di questa zona sono eccezionali
Io amo, amo Carducci. Adoro la sua poesia e il suo modo di descrivere questi luoghi: i cipressi, i campi, la pace dei villaggi, i rituali dei lavoratori. Ammetto di non essere mai stata in questa zona se non di passaggio e non mi sono mai fermata.
Grazie del tuo racconto, lo terrò a mente quando visiterò questi luoghi.
Se ami Carducci, questa zona della Toscana è il tuo posto!
Uno dei borghi della Toscana che non ho ancora visitato e che devo assolutamente aggiungere alla lista! Mi è piaciuto molto leggere il tuo articolo, così descrittivo e ricco di curiosità! Comunque quel viale di cipressi è semplicemente splendido!
non mi stancavo mai di percorrerlo avanti e indietro
Mi hai veramente appassionato con questo racconto; proprio oggi mi è capitato di trovare un profumo di Bolgheri e, pur suonandomi familiare il nome, non ricordavo perché mi fosse così nota questa cittadina. Ora mi hai illuminata e sono contenta di aver scoperto tutte queste curiosità
La Toscana è ricca di luoghi e di personaggi che fanno parte della nostra storia e del nostro immaginario
Ottima idea dedicare una giornata a Carducci e alle sue poesie scoprendo i posti e i personaggi che, ai tempi delle scuole, ci sembravano così lontani. Anche rispolverare la triste storia del conte Ugolino riempie di riflessioni una giornata culturale in cui nessun passo è sprecato. E un buon bicchiere di Sassicaia a fine giornata direi che è più che meritato!
A me Carducci non è mai piaciuto particolarmente, troppo aulico però guardando quel filare di cipressi la sua ode ci stava tutta
Sono fortunata abito a pochi minuti da Bolgheri e conosco bene la zona! Quel viale poi è così fotogenico! 🙂 Non vedo l’ora di tornarci, appena farà bel tempo
Abiti in una zona bellissima! Ti invidio molto
Non ho mai percorso quel viale in moto e deve essere effettivamente ancora più bello! Bellissima anche la storia del Sassicaia!
per ragioni di prezzo il Sassicaia non l’ho assaggiato ma i rossi di Bolgheri sono eccezionali
Articolo suggestivo per me, Antonella, perché oltre a farmi quasi sentire l’odore delle vigne e dei cipressi, calandomi perfettamente nel paesaggio toscano, mi hai riportato alla mente i vecchi tempi del liceo, quando mi toccava leggere Carducci (che neanch’io amo particolarmente…) e, con molta più passione, Dante.
condivido l’amore per Dante e anche io alle elementari studiavo Carducci, figurati che mia mamma era una maestra….