Le sette Missioni Gesuite dei Chiquitos, dal 1991 Patrimonio Unesco, sono l’eredità architettonica vivente lasciata dalla Compagnia di Gesù dopo la sua espulsione nel 1767.
Gli insediamenti religiosi costruiti dai missionari tra il 1600 e il 1700, avevano lo scopo di evangelizzare e accogliere i nativi. I Gesuiti in America Latina, hanno lasciato una testimonianza unica dell’intreccio tra la tradizione cattolica e le usanze degli indigeni.
La piana tropicale che si estende tra l’Amazzonia e il Pantanal, a est di Santa Cruz de la Sierra, è un prezioso patrimonio culturale e spirituale.
La Gran Chiquitania, da “chiquitos” -piccoli – come gli spagnoli chiamavano i Guaranì, è oggi conosciuta per le sue comunità indigene, le chiese finemente decorate e l’importante tradizione musicale.
In una Bolivia inaspettata, lontana dal nostro immaginario , il Circuito delle Missioni Gesuite racconta un capitolo poco noto della storia coloniale del Paese.

Le missioni gesuite che hanno ispirato il film Mission
Il film Mission, del regista Roland Juffé, offre uno spaccato significativo degli ultimi giorni dei missionari della Compagnia di Gesù nella regione.
Il film è un’ opera di fantasia ma si ispira alla gloria e al declino delle missioni gesuite della provincia del Paraguay di cui la Chiquitania faceva parte.
Dopo il suo successo e la Palma d’Oro a Cannes nel 1986, l’interesse verso le Missioni Gesuite boliviane è aumentato fino al riconoscimento da parte dell’Unesco.
Con il loro arrivo in questa zona del Nuovo Mondo, gli spagnoli avevano iniziato ad utilizzare i Guaranì come schiavi , obbligandoli a lavorare e a combattere per loro. Dopo un secolo di colonizzazione la popolazione era ridotta a un quarto, flagellata dalle malattie e dai soprusi.
I missionari raccoglievano le tribù locali disperse nelle zone più remote della foresta e le concentravano in comunità organizzate, le cosiddette reducciones de indios. In questo modo riuscirono a proteggere molte popolazioni.
Gli indigeni, divenuti cristiani battezzati, non potevano più essere ridotti in schiavitù con la motivazioni che erano “privi di anima”
Soprattutto, le missioni gesuite tutelavano gli elementi fondamentali della cultura guaranì: la lingua e l’economia basata sul baratto.

Tutto questo agli occhi dei conquistadores spagnoli appariva scandaloso.
I grandiosi Robert de Niro e Jeremy Irons interpretano alla perfezione questo momento drammatico e controverso per i missionari gesuiti. Le due diverse personalità mettono in luce le tensioni tra la rassegnazione della fede e la necessità di un intervento concreto.
Re Carlo III nel 1967 decise di espellere la Compagnia di Gesù dai territori spagnoli, accusata di lavorare per l’indipendenza delle regioni sotto il suo controllo. L’ordine, successivamente vietato in tutto il mondo, fu ristabilito solo nel 1814.
Nel finale tragico del film le missioni gesuite diventano il simbolo del martirio contro il trionfo delle potenze coloniali.

Un patrimonio architettonico, culturale e sociale
Le missioni gesuite erano delle piccole comunità autonome, spesso in luoghi lontani e isolati, dove i sacerdoti insegnavano la religione ma anche la musica e i mestieri. Si ispiravano alle città ideali dei filosofi del XVI secolo e hanno avuto un ruolo cruciale nel preservare la cultura e le tradizioni indigene.
I gesuiti, fedeli alla loro missione di evangelizzazione, istruzione e giustizia sociale, insegnavano lo spagnolo ma allo stesso tempo imparavano il guaranì e ne trascrivevano l’alfabeto. Invece di armi portavano flauti e violini che con il linguaggio universale della musica facilitavano la comunicazione.
Uno scambio e un dialogo culturale che hanno prodotto l’architettura unica delle chiese della Chiquitania e hanno lasciato un’eredità musicale che dura tutt’ora.
La struttura delle missioni gesuite è sempre la stessa ed è ancora perfettamente visibile in tutti i paesi del Circuito. Il centro è costituito da una grande piazza con tre croci al centro. Sul lato orientale si trovavano la chiesa, la sacrestia, e la sala del consiglio degli indios, sugli altri le case degli indigeni e i magazzini.
Le chiese delle missioni gesuite
Ad eccezione di quella di San Juan de Chiquito, le altre chiese del circuito delle Missioni, hanno una struttura architettonica molto simile. Sono realizzate in legno con un tetto a capanna a due falde. L’interno a tre navate è caratterizzato da imponenti colonne di legno meravigliosamente intarsiate e decorate.
Lo stille, il barocco mestizo, mescola elementi prettamente europei a espressioni della creatività indigena visibile soprattutto nelle sculture in legno. Gli altari hanno grandi retablos dorati e le pareti sono interamente dipinte.

Queste semplici chiese sono sopravvissute per un pò alla partenza dei gesuiti e poi, quando anche il sistema sociale si è modificato, sono cadute nell’oblio.
L’architetto svizzero Hans Roth, negli anni ’70 del secolo scorso, con un lavoro meticoloso, ha recuperato le strutture degli edifici riportandole alla loro bellezza originale.
La musica barocca
Le missioni gesuite boliviane raggiunsero il loro apogeo tra il 1730 e il 1967. Fu il periodo in cui il gesuita italiano Domenico Zipoli compose messe e sonate adattabili a strumenti locali e a cori di nativi. Le sue opere sono ancora oggi eseguite e studiate, come esempio di musica barocca adattata a un contesto missionario. Durante i lavori di restauro sono stati ritrovati oltre 5000 spartiti di musica sacra
Sembra che i guaranì fossero particolarmente dotati per la musica barocca tanto che ogni anno si svolge ancora oggi in Chiquitania un importante Festival.

Le chiese sono ancora attive per il culto e rappresentano il fulcro della vita comunitaria dei villaggi.
Alla scoperta delle Missioni Gesuite della Chiquitania
Le Missioni Gesuitiche della Chiquitania fondate tra il 1696 e il 1760 e riconosciute come Patrimonio Mondiale dell’Unesco sono sei: San Javier, Conception, San Miguel de Velasco, Santa Ana de Velasco, San Rafael de Velasco e San Juan de Chiquito. Dalla lista è esclusa la chiesa di San Ignacio poiché è stata interamente rifatta senza utilizzare materiali originali.
Con un itinerario ad anello da Santa Cruz è possibile percorrere in tre giorni questo interessantissimo circuito. Noi lo abbiamo fatto in senso orario iniziando da San Javier e abbiamo saltato Santa Ana poiché per raggiungerla era necessario allungare il tragitto di molti chilometri su strada sterrata.
San Javier de Chiquito
Fondata il 31 dicembre del 1691, la missione di San Javier è la più antica di tutte. La chiesa in legno e fango ha dei decori molto raffinati ed è forse la mia preferita per la delicatezza dei colori e l’armonia delle proporzioni dell’interno. Nel piccolo museo annesso sono presenti oggetti liturgici risalenti al periodo coloniale.
Come quasi tutte le missioni gesuite del nostro itinerario, la chiesa è normalmente chiusa se non ci sono funzioni; basta però chiedere in giro e la persona in possesso delle chiavi sarà lieta di accogliere turisti.

Conception
Quella che oggi è la Cattedrale dell’Immacolata Concezione fu costruita tra il 1753 e il 1756 dal gesuita Martín Schmid . Gli archi e le colonne scolpiti e decorati con disegni colorati trasmettono la magnificenza che il barocco si prefiggeva di comunicare. Nel museo sono conservati alcuni spartiti originali tutt’oggi utilizzati.
Conception è un villaggio vivace e animato e vale la pena prevedere di pernottarvi, magari al Grand Hotel Conception in stile barocco chiquitano, situato proprio sulla piazza.
San Ignacio de Velasco
La chiesa, che risale al 1748 ed era la più grande di Chiquitos, è stata distrutta da un incendio nel 1948 e poi interamente recuperata rispettando fedelmente le decorazioni originali. Purtroppo il campanile risulta posticcio e contrasta un pò con le linee originali. Le decorazioni sulla facciata della chiesa sono invece bellissime.
San Miguel e San Rafael
All’interno della chiesa di San Miguel i tre altari, il pulpito e i quattro confessionali, sono una pregevole opera di Antonio de Rojas realizzati tra il 1761 e il 1767.
San Rafael si differenzia dalle altre chiese delle missioni gesuite per la galleria esterna e per il campanile in legno. Le pareti interne sono interamente rivestite di mica, un minerale brillante che riflette la luce creando un effetto dorato.

San José de Chiquito
Tra le missioni gesuite della Chiquitania quella di San José è l’unica costruita in pietra. Inoltre la sua originalità risiede nelle quattro cappelle situate agli angoli della piazza, destinate alle processioni. La sua chiesa, iniziata nel 1731, è la più antica del circuito. La facciata originale, in pietra, mattoni e calce, fu eretta nel 1745.
L’interno è stupefacente per l’insieme dei colori e soprattutto per la delicatezza dei volti degli angeli scolpiti un pò dovunque e che ricordano nei tratti e nell’acconciatura proprio quelli degli indigeni guaranì.

Una piccola curiosità riguarda le tipiche maschere bianche chiquitane. Sono chiamate Los abuelos (i nonni) e si utilizzano ancora oggi per la festa del Santo Patrono di San José de Chiquito il 1 Maggio Risalgono all’epoca coloniale ed erano un modo per prendersi gioco degli spagnoli rappresentati con la carnagione chiarissima, i baffi e i pomelli che si arrossano a causa del sole forte. .
Il Circuito delle Missioni Gesuite è stato un viaggio nel viaggio: un salto indietro nel tempo e un incontro profondo con la storia, l’arte e la spiritualità.
Le chiese con i loro magnifici decori, le piazze ombreggiate e le strade polverose dei villaggi autentici sono la testimonianza unica di una cultura che ha saputo attraversare i secoli.
Per maggiori informazioni sul viaggio in Bolivia:
Viaggio in Bolivia: come e perché scegliere questa meta autentica











Non mi è mia piaciuta l’ingerenza della chiesa e l’idea stessa di evangelizzazione, ma la storia raccontata dalle missioni gesuite è molto affascinante e se dovessi andare in Bolivia non me le perderei.
E’ una pagina di storia coloniale da conoscere quella delle missioni e del loro destino
Fin dalle prime righe, prima ancora di incontrare la tua citazione, avevo nella testa le meravigliose musiche di Ennio Morricone (dal film Mission) e le struggenti immagini del film. Mi basta questo sensazione da brividi per mettere questo percorso nella whis list. Grazie
mi sono riguardata il film poco prima di partire, un capolavoro assoluto! E nella zona delle Missioni Gesuite ho ritrovato quelle atmosfere