L’itinerario di oggi ci porta alla scoperta delle piantagioni lungo il Mississippi.
La Great River Road costeggia il Mississippi nel tratto da New Orleans a Baton Rouge.
Lungo questo corridoio di 70 miglia (circa 100 Km) si condensano le piantagioni più belle e più famose del Sud, con storie e caratteristiche diverse che le rendono uniche e meritevoli di una visita.
Su entrambe le rive del fiume i proprietari delle piantagioni della zona, costruirono le loro bellissime ed eleganti dimore decorate con alte colonne in stile greco antico e circondate da lussureggianti giardini di querce ricoperte di muschio spagnolo.

Quelle sopravvissute alla devastazione della Guerra Civile, fanno parte di un progetto di promozione chiamato New Orleans Plantation Country.
Noleggiando un’auto da New Orleans si possono visitare in giornata le dimore più significative.

I grandi proprietari terrieri ottennero enormi ricchezze sfruttando il lavoro degli schiavi per la coltivazione dell’indaco, del cotone della canna da zucchero e del tabacco.
Le bellissime case che si costruirono servivano anche ad affermare il proprio prestigio sociale
Con la fine della Guerra Civile – 1865 – e la conseguente abolizione della schiavitù, le loro ricchezze iniziarono a diminuire.
Il “modello economico”, basato sullo sfruttamento di manodopera gratuita , quella degli schiavi appunto, entrò in crisi e non ci fu la capacità riconvertirlo.
Le piantagioni della Great River Road
Purtroppo oggi il paesaggio è deturpato da una serie di impianti petrolchimici che rendono questa parte della Louisiana uno dei luoghi più tossici degli USA.
Facciamo finta di non notarlo e ci concentriamo sui viali di querce che conducono alle splendide case quasi tutte con colonnati bianchi nello stile Greek Revival caratteristico del Deep South.

Non ci è possibile visitare tutte le piantagioni anche perché i tours, obbligatoriamente guidati, durano almeno un’ora.
Decidiamo di fare una selezione e decidiamo per la Laura Plantation che è una piantagione creola, e la Whitney Plantation per la sua attenzione alla realtà della schiavitù.
Inutile dire che è obbligatorio visitare la Oak Alley Plantation non fosse che per la magnificenza del suo viale di accesso.

Per le altre ci limitiamo ad ammirare la facciata – dove è possibile – e a leggere brevi cenni storici.
Destrehan Plantation
La Destrehan Plantation è una delle più antiche ed famosa per il Jefferson Document. Firmato dal Presidente Jefferson concedeva al proprietario di far parte del Consiglio Territoriale della città.
Inoltre questa ex piantagione di canna da zucchero è stata utilizzata come set del film di Steve McQueen “12 anni schiavo” basato sulla storia vera di Solomon Northup, un uomo libero venduto con l’inganno come schiavo.

San Francisco Plantation
La San Francisco Plantation ci stupisce per la sua architettura particolare e colorata. Le finestre gotiche e i decori in legno intagliato rivelano un’influenza tedesca.

Whitney Plantation
Scavalchiamo il Mississippi con altro uno scenografico ponte e ci fermiamo alla Whitney Plantation.

Nella maggior parte delle nostre visite alle piantagioni e alle dimore storiche, abbiamo notato che il tema della schiavitù viene solo accennato dalle guide che si concentrano sulla storia delle famiglie, sui mobili e le suppellettili.
Una forma di pudore o di vergogna, non saprei dire.
La Whitney, a differenza delle altre, è un luogo della memoria.
Qui possiamo capire quanto fosse terribile la vita nella piantagione per gli schiavi, sempre senza nome e senza dignità.

Laura Plantation
Durante la visita della Laura Plantation ascoltiamo la storia delle quattro generazioni di creoli che hanno gestito questa piantagione di canna da zucchero, dei loro amori e dei loro intrighi.
I creoli, a differenza degli anglo americani, pur possedendo degli schiavi, partecipavano personalmente al lavoro nei campi. La famiglia restava presso la piantagione dalla primavera fino a Natale, periodo in cui la canna da zucchero veniva raccolta, poi si trasferiva a New Orleans per la “stagione”. A New Orleans si intrecciavano relazioni sociali partecipando ai balli e alle feste.

La casa principale ha caratteristiche architettoniche particolari con i muri esterni dipinti a colori vivaci, rosso verde, giallo. E’ sopraelevata rispetto al terreno perché appoggia le fondamenta su dei muretti in mattoni.
Sono visitabili anche l’orto, le cucine e le case degli schiavi. Le case originali erano costruite con materiali scadenti e deperibili e la maggior parte è andata distrutta, quelle che vediamo nelle piantagioni sono quasi sempre delle ricostruzioni. Nonostante i cartelli le descrivano in modo quasi poetico, è difficile immaginare le terribili condizioni di vita di queste povere persone.

Oltrepassiamo la costruzione bianca della St. Joseph Plantation e arriviamo alla imperdibile Oak Alley Plantation.
Oak Alley Plantation

Si narra che all’inizio del ‘700, uno sconosciuto colono piantò 28 querce a distanza regolare in due file parallele che conducevano dal suo umile cottage al Mississippi.
Più tardi un ricco piantatore creolo acquistò la proprietà e, per amore della giovane moglie, costruì la bellissima casa con colonnato in stile neoclassico.
Ah, le colonne, dimenticavo, non potevano che essere 28!
La visita agli interni dell’imponente dimora ci consentono di ammirare dalle lunghe balconate, una magnifica vista sul viale di querce.
Il grande salone è apparecchiato per le grandi occasioni e conserva un piccolo ventilatore posto sul tavolo che un bambino schiavo era costretto ad agitare durante i pasti per rinfrescare i ricchi commensali
All’interno del parco oltre alla casa principale ci sono le ex capanne degli schiavi ricostruite e adattate a museo. La struttura ospita anche un esclusivo B&B con alloggi ricavati nelle ex “slave cabins” e un ristorante. Sia la casa che il bellissimo giardino con splendidi alberi di pecan, sono stati set di molti film, uno su tutti “Intervista col vampiro”.

E’ ormai il tramonto, i turisti se ne sono andati tutti. Restiamo da soli a percorrere il bellissimo viale della Oak Alley. Sulla mia testa le maestose querce intrecciano romanticamente i loro rami.
Devo ammettere che mi sento un pò Rossella O’Hara e allontanandomi a malincuore da questo posto incantato penso che, in effetti “domani è un altro giorno”, il nostro bellissimo viaggio continua.
Direzione : Baton Rouge e la Cajun Country
Che bello! Il profondo Sud degli Stati Uniti mi ha sempre un po’ affascinato: il loro amore verso le tradizioni (come si vede anche nel telefilm Hart of Dixie), la loro storia e l’architettura delle case coloniali.. deve essere un po’ come tornare indietro nel tempo, passeggiare in quel viale di querce o entrare nelle piantagioni!
sembra un pò “Via col vento”. Basta non pensare al lato meno bello della storia, ovvero la schiavitù.
Ho riguardato Via Col Vento recentemente e mi è venuta una gran voglia di Sud degli Stati Uniti.
E’ una parte molto ricca di storia quella degli Stati del Sud, momenti difficili m anche tanta poesia
Le querce esprimo un non so chè di onnipotenza, il viale della Oak Alley deve essere davvero strepitoso da percorrere, a vedere la foto sembra di essere in un racconto di fiabe
percorrere il viale della Oak Alley Plantation al tramonto quando ormai non c’erano più turisti è stata un’emozione incredibile!
Ho visitato USA diverse volte ma prima o poi devo farci un viaggio come il tuo, a scoprire i veri posti, quelli caratteristici !!
Gli Stati Uniti sono molto grandi e ogni posto è caratteristico a modo suo, io sognavo da tanto di visitare il Deep South
Che foto bellissime, complimenti davvero! Sembra di essere dentro il set di via col Vento! Te lo avevo già detto dopo aver letto il post su New Orleans, questa è la parte degli States che mi affascina di più. Hai fatto un viaggio da sogno <3
E’ una parte degli Stati Uniti molto particolare con quelle atmosfere da romanzo così romantiche