Il Forte di Jaisalmer da lontano sembra un miraggio: un castello di sabbia alle porte del deserto. Con la luce radente l’argilla chiara si illumina di riflessi intensi e dorati, motivo per cui Jaisalmer è conosciuta come la Città d’oro del Rajasthan.
A meno di cento chilometri dal confine con il Pakistan, alle porte del Grande Deserto Indiano del Thar, le imponenti mura di Jaisalmer proteggono da nove secoli una cittadella tutt’ora abitata e unica nel suo genere.
Proprio per essere una “fortezza vivente“ oltre che una delle più antiche roccaforti del deserto al mondo, Jaisalmer è stata inserita nel 2013 tra i Siti Unesco Patrimonio dell’Umanità.
Un tempo crocevia strategico lungo la leggendaria via della seta, delle spezie e dell’oppio, Jaisalmer continua a incantare i viaggiatori con la sua atmosfera fiabesca.

Una fortezza vivente di arenaria dorata
Il Forte di Jaisalmer risale al 1156 ad opera di Tawal Jaiswal, fondatore della città . All’interno delle possenti mura, intercalate da novantanove torrette, vivono oltre tremila persone, un quarto dell’intera popolazione.
La particolarità di questa città fortificata fatta di palazzi, templi e residenze private, sta proprio nel suo brulicare di vita. Passeggiate per le sue strade sinuose protette dalle pareti color miele degli edifici.
Fermatevi in un caffé con roof top per apprezzare la bellezza del panorama. Lasciatevi incantare dai colori dei sari indossati dalle donne che svolgono le loro faccende quotidiane. Osservate i bambini che si rincorrono, le mucche che si aggirano pigre per i vicoli, i venditori di tessuti e gioielli che espongono la loro merce.

Superata la maestosa porta che attraversa le mura, immergetevi nell’atmosfera vivace della cittadella e non perdetevi le due attrazioni principali.
Il Palazzo Reale di Jaisalmer
Il Raj Mahal Palace è un edificio di sette piani con la facciata caratterizzata dai tipici balconi coperti. Le elaborate decorazioni in un mix di stile rajiput e moghul, contrastano con l’austerità delle mura del forte.
L’audioguida (in inglese) può essere molto utile per orientarsi tra i cortili e le stanze del Palazzo al cui interno si trova anche il Museo.

I Templi Giainisti
Si tratta di sette santuari costruiti tra il dodicesimo e il quindicesimo secolo riccamente decorati. Le guglie slanciate, gli archi a festone e una rara armonia di proporzioni vi lasceranno a bocca aperta. Ogni Tempio è dedicano a uno dei Maestri venerati nella tradizione giainista che si basa sugli insegnamenti di una serie di ventiquattro guru.
Tenete presente che i templi sono visitabili solo al mattino e che per entrare dovrete togliervi le scarpe e lasciare all’entrata eventuali oggetti in cuoio.

Le ricche haveli dei mercanti di Jaisalmer
Fuori dalla mura, ai piedi del Forte, si sviluppa la città più recente, sviluppatasi intorno al 1600 grazie alle rotte carovaniere che collegavano l’Oriente all’Africa.
Se alzate lo sguardo, scoprirete le facciate di moltissime haveli particolarmente ricche che, a differenza di quelle di Mandawa, non sono dipinte ma incredibilmente scolpite.
Alcune sono visitabili e vale veramente la pena entrare almeno in una delle abitazioni dei ricchi mercanti di Jaisalmer che si erano arricchiti commerciando broccati, spezie e oppio.
La Patwan Ki Haveli è un insieme di cinque dimore costruite da cinque fratelli gianisti. Alcuni degli edifici sono stati trasformati in hotel, negozi e un piccolo museo. Le pareti sono decorate da intricati disegni dai colori sgargianti.

Ben trentotto balconi tutti diversi tra loro caratterizzano la facciate della Salam Sing Ki Haveli, una delle più fotografate di Jaisalmer, che fu costruita nel 1850 per il Primo Ministro del Regno.
Ancora dei fratelli, questa volta due, si sfidarono nella realizzazione della Nathnal Ki Haveli costituita da due padiglioni simmetrici ma non identici dato che ognuno ha voluto lasciare la propria impronta.
A Bada Bagh il tramonto si tinge di rosso e di oro
Il nome di questa località imperdibile che si trova circa sei chilometri a nord di Jaisalmer, significa “grande giardino“. Sulla sommità di una collinetta si trovano i cenotafi reali del 1400 sorti per commemorare i maharaja e i membri della famiglia reale. In ogni cenotafio, i più antichi hanno il tetto a piramide e i successivi a cupola, si trova una stele con il nome del defunto. Il corpo, secondo la tradizione, è stato cremato e consegnato al Gange.
Il tramonto è un momento veramente magico: un pulviscolo dorato si diffonde nell’atmosfera e l’intrico degli archi e delle colonne crea una quinta suggestiva e preziosa.
Abbiamo avuto la fortuna di incontrare due giovani sposi in costume tradizionale che hanno reso incredibilmente fiabesca tutta la scena.
L’ingresso a Bada Bagh è a pagamento.

Dintorni di Jaisalmer: I tempietti del lago Gadisar
Se avete programmato la visita di Jaisalmer al mattino, vi consiglio di iniziare dal Lago Gadisar. Si tratta di un bacino artificiale costruito nel medioevo per raccogliere l’acqua dei monsoni e approvvigionare la città. La sua funzione è cessata con la costruzione del Canale Indira Gandhi che collega il Rajasthan con il Punjab e permette di irrigare il deserto.
Il Gadisar resta un luogo suggestivo e molto mistico con i quattro templi hindu che lo circondano e i deliziosi padiglioni che sembrano sorgere direttamente dall’acqua.

Kuri e le dune ondulate del Thar
Al tramonto, l’escursione nel deserto a dorso di cammello è un must per chiunque si trovi a visitare Jaisalmer. Se volete evitare le super turistiche Sam Sand Dunes, potete optare per il villaggio di Khuri che si trova a circa cinquanta chilometri dalla città.

Una volta questo remoto villaggio era una sosta obbligata lungo le rotte commerciali verso la Persia e l’Asia Centrale e alcune influenze di queste lontane culture sono rimaste nei piatti tradizionali.
Gli abitanti sono pastori e allevatori di cammelli, vivono in case di fango e paglia senza corrente elettrica e senza acqua. Le donne, oltre ad occuparsi della mungitura, ogni sera si recano al pozzo portando sulla testa i contenitori in metallo per l’acqua.

Con una passeggiata a dorso di cammello si possono raggiungere le dune di sabbia ondulata che al tramonto assumono sfumature di oro brunito molto suggestive.
Per immergervi del tutto nei costumi rajasthani, vi suggerisco di partecipare ad uno spettacolo di musica e danza tradizionale. Quello a cui abbiamo assistito a Khuri è stato particolarmente suggestivo per l’ambientazione nel deserto. I Kalbelia provengono da una tribù di incantatori di serpenti, le donne indossano costumi dai ricami sgargianti e si muovono sinuosamente accompagnate da musiche e canti che narrano storie epiche di amore e coraggio spesso tramandate solo oralmente che dal 2010 fanno parte del Patrimonio Immateriale dell’Unesco.

Per maggiori informazioni sulle destinazioni del Rajasthan, potete leggere gli altri post.












Ho amato Jaisalmer con i suoi colori caldi e i merletti delle sue architetture. Mi è piaciuto molto meno il deserto del Thar, dove chi offre passeggiate col dromedario o ti vende la qualunque risulta davvero un po’ troppo aggressivo
Io ti dirò che a Kuri non ho provato quella sensazione di cui avevo letto, di gente che voleva solo vendere. Anzi, il villaggio mi è sembrato molto autentico e silenzioso
E’ uno dei luoghi che ricordo con più piacere del Rajahastain, spesso non è inserita negli itinerari per la sua distanza ma invece io la consiglio sempre, ha un’atmosfera da non perdere
Fai molto bene a consigliarla! E’ vero che si trova un pò decentrata rispetto ad altre città ma ha un fascino unico
Wow, che posto pazzesco! Ammetto di non averlo mai sentito prima, ma ora me lo segno subito. Prima o poi devo assolutamente decidermi a fare un viaggio in India come si deve e sicuramente il Rajastan era la zona che più m’interessava e probabilmente anche la più semplice da visitare.
Si, immagino sia la più semplice perché di solito è la meta consigliata per il primo viaggi in India ed è quello che ho fatto anche io
Farò tesoro di tutti questi consigli, gli orari migliori per visitare i vari luoghi e come evitare le frotte turistiche (che so essere comunque maggiori in Rajasthan che in altre regioni indiane, ma d’altronde come dar loro torto!) per immergersi nel fascino locale e nelle tradizioni tipiche degli abitanti del deserto quando, finalmente, riuscirò a organizzare il mio itinerario. L’India è un mio sogno da anni, e questa regione in particolare ha così tante architetture spettacolari e incredibili che non vorrei assolutamente perdere: il Forte sembra quasi una Alhambra (ma molto più grande e ancora più suggestiva) alle porte del Thar, assurdo pensare sia una cittadella ancora abitata! Grazie mille per i suggerimenti 🙂
Il Rajasthan è stato il mio approccio con l’India ed è riuscito a conquistarmi con la sua bellezza fatta di architetture straordinarie
Un paradiso da cartolina e da fiabe orientali, non conoscevo affatto la città d’oro.
hai ragione, sembrava proprio di essere in una fiaba
Non ho mai sentito parlare di questo luogo straordinario, e me ne sono letteralmente innamorata leggendo il tuo reportage. Sembra davvero una città scolpita nell’oro. I tempietti sul lago mi attirano moltissimo, all’alba dovranno regalare emozioni straordinarie.
E’ una delle città che mi è piaciuta di più nel viaggio in Rajasthan proprio per il colore dorato della sua pietra che regala un tocco di magia a tutto l’ambiente