Inaspettato e sorprendente, tra le cave di calcarenite dell’assolata Favignana, il giardino dell’impossibile è un incantevole mix di vegetazione mediterranea e spontaneo garden design.
La tenacia di Maria Gabriella Campo ha dimostrato che ciò che sembra impossibile può diventare possibile. Con pazienza e dedizione ha trasformato una cava assolata e desolata in uno spazio fiorito di piante provenienti da tutto il mondo . Le pareti di roccia, che mostrano ancora evidenti i segni dei picconi dei cavatori, abbracciano oggi un’oasi di bellezza e di armonia.
Il giardino dell’impossibile è un luogo silenzioso dove meditare sulla storia antica dell’isola e ritrovare le sue profondi radici.

I “pirriaturi” di Favignana
Da sempre la zona nord occidentale dell’isola di Favignana è stata sfruttata dagli abitanti per ricavare la pietra calcarea perfetta per le costruzioni. Chiamata impropriamente “tufo”, la calcarenite di Favignana servì alle case nobili e alle cattedrali di Trapani e Palermo e persino alla ricostruzione di Messina dopo il terremoto.
Le cave, o “pirrere”, nascevano sotto al terreno che il cavatore prendeva in appalto e liberava dallo strato di roccia dura superficiale. Poi, con l’aiuto della mannara e del piccone, il pirriaturi ricavava dei conci perfettamente squadrati di dimensioni prestabilite. Poiché l’estrazione funzionava con il sistema del cottimo, i lavoratori si portavano anche i figli, i “picciriddri“, di otto/dieci anni e restavano nelle cave dall’alba al tramonto.
Un lavoro durissimo che iniziava dal basso ricavando nella roccia dei piccoli gradini che servivano ad arrampicarsi per scavare gli strati superiori. Le cave a volte erano costituite da lunghe e profonde gallerie i cui resti sono ancora visibili nei pressi della spettacolare Cala Rossa.
Più spesso si trattava di cave a cielo aperto, dei profondi tagli verticali nella pietra, come nel caso del Giardino dell’Impossibile che si trova non lontano dall’altrettanto straordinaria Cala del Bue Marino.
I conci erano poi trasportati a spalla verso le barche per arrivare a Trapani o a Levanzo. Tutta la costa di Favignana è segnata dai solchi dei carri che raggiungevano i piccoli ormeggi ancora visibili.

Il giardino dell’impossibile e il recupero di un’identità culturale
E’ la storia di un’isola che ha basato la sua economia su mestieri che hanno indissolubilmente legato l’uomo alla natura. L’agricoltura, la pesca e lo sfruttamento della roccia che consentiva a cavatori, carrettieri e marinai di sbarcare il lunario.
Quando non erano più redditizie, le cave venivano abbandonate. Gli abitanti di Favignana presero così l’abitudine di utilizzare questi spazi ipogei, protetti dal vento e dalla salsedine, per piantarvi mandorli, limoni e carrubi. Con l’acqua del pozzo, un pò salmastra ma utile per lavare e cucinare, si poteva annaffiare qualche fiore per il cimitero e allevare polli e galline utili al sostentamento delle famiglie.
Negli anni, molti di questi giardini si trasformarono purtroppo in discariche.

Quando Gabriella Campo arrivò a Favignana negli anni ’60, giovane sposa di un imprenditore edile, si trovò a vivere in quella che un tempo era stata una cava di calcarenite. Una terra brulla e sfruttata dove sembrava impossibile potesse crescere qualcosa.
Tenace figlia di un cavatore isolano, e grande sognatrice, Donna Maria Gabriella non si diede per vinta e iniziò col piantare un cespuglio di margherite a cui si aggiunsero oleandri, fichi d’india e agavi.
Dai suoi viaggi portò pini d’Aleppo, ibischi, alberi da frutto, palme. Studiò la tecnica dell’aridocultura, sfidando un clima ostile e trasformando il suo giardino in un “rifugio d’incanto dal disincanto di quei tempi”.
Le geometrie surreali create dalla mannaia dei pirriaturi, fanno da sfondo oggi ad una composizione paesaggistica che ricopre quattro ettari di terreno.
Tra oleandri rigogliosi, olivi, limoni, arbusti tropicali e alberi di falso pepe, il giardino dell’impossibile divenuto possibile, si sviluppa in profondità tra le fenditure della roccia e le involontarie sculture nate dai picconi di chi, in quella cava, ha duramente lavorato.
Un paradiso sommerso, dove crescono ninfee e papiri, ginestre e corbezzoli e dove, nel silenzio antico di un luogo quasi mistico, si ritrova la storia ancestrale dell’isola di Favignana.

Visitare il giardino dell’impossibile
Il Giardino dell’impossibile si trova in Strada Comunale Corso,10 a Favignana, facilmente raggiungibile in biciletta o scooter.
E’ aperto per le visite tutti i giorni dal 1 Aprile al 2 Novembre dalle 9,30 alle 12,30 e dalle 16,30 alle 20,00. E’ un bene Fai (Fondo Ambiente Italiano) e per gli iscritti è previsto uno sconto sul biglietto di entrata che è di Euro 15,00.
Una pratica audioguida scaricabile con un’app sul cellulare vi consentirà di scoprire i nomi delle tantissime specie arboree e soprattutto di conoscere molto sulla storia dei pirriaturi e sul loro duro lavoro tra le pietre dell’isola.
Quella che è stata definita una serra nella roccia, vi sorprenderà con la sua bellezza prepotente fatta di cuscini di lantana, ibischi dalle mille sfumature, euforbie e jacarande.
Tra rocce che sembrano opere d’arte, grotte e gallerie, anfiteatri naturali e sapienti interventi di arredo, scoprirete una profusione di fiori mediterranei e specie esotiche dai profumi intensi che vi consentirà di trascorrere un paio d’ore in un rifugio per l’anima fatto di bellezza e di poesia.
Il Residcence Villa Margherita è parte della stessa tenuta del Giardino dell’Impossibile ed è composto da piccole dimore indipendenti immerse nella vegetazione.
Per maggiori informazioni: www.giardinodell’impossibile.it











Amo quando si manifesta la capacità di ripensare i luoghi, trovo che sia una valorizzazione potenziata, perché oltre a dare nuova vita ad uno spazio che prima era altro, se ne rinvigorisce anche la memoria di ciò che fu. Bellissimo!
Bravissima! La memoria del duro lavoro dei cavatori di pietra è valorizzata e potenziata in questo incredibile giardino
Mi sono documentata su favignana la scorsa Pascqua, perche avevo intenzione di passare le vacanze proprio sull’isola. Purtroppo però in quel periodo la tonnara ( sono fan del libro I leoni di Sicilia) era ancora chiusa, per cui ho cambiato meta. Non sapevo però di questo straordinario giardino per cui, durante il prossimo viaggio, non esiterò a visitarlo, visto che tra l’altro apre i primi di aprile, periodo per noi perfetto per stare fuori qualche giorno in più!!
E’ un luogo veramente straordinario e penso che fuori stagione senza la calura dell’estate, si ancora più poetico
Il viaggio a Favignana rimane uno dei più belli che io abbia mai fatto negli ultimi anni. Con molto rammarico tuttavia, devo ammettere di non aver visitato questo stupefacente giardino. Se dovessi tornare, sarebbe una delle prime cose che andrei a vedere.
Non è molto conosciuto, io ho avuto la fortuna di incontrare delle persone che lo avevano visitato l’anno precedente e me lo hanno consigliato
Da quando uscì la notizia che Favignana era stata sceta da Christopher Nolan per le riprese del suo film sull’Odissea abbiamo cominciato ad informarci sulle bellezze di questa fantastica isola. E il primo luogo che ci è balzato all’occhio è stato proprio il giardino dell’impossibile. Abbiamo programmato un viaggio per la primavera prossima, speriamo di riuscire ad andare.
In primavera sono certa che ti godrai ancora di più la bellezza del giardino dell’impossibile: a Giugno era già veramente molto caldo e in fondo alle cave sembrava di essere in un girone infernale
Sono stata a Favignana molti anni fa ma non ho avuto modo di visitare questo giardino che già dal nome mi attira molto. Stupenda la storia che ha portato alla nascita di questo luogo così bello da un niente brullo
Un modo per non dimenticare il duro lavoro dei cavatori e valorizzare quello che resta delle cave trasformandole in oasi di verde
Ma sai che non conoscevo il giardino dell’impossibile? Una meraviglia a cielo aperto, sicuramente andrò a visitarlo, grazie per le informazioni!
Un luogo magico che vale veramente la pena conoscere
Ho avuto la fortuna di visitare questo luogo molti anni fa, in un meraviglioso viaggio alle isole Egadi. Mi colpì molto la valorizzazione di uno spazio deturpato, dato a nuova vita. Ho visto qualcosa di simile in Puglia, anche se in dimensioni molto ridotte.
anche a me è piaciuta l’idea di dare valore ad un luogo che era stato abbandonato e dimenticato