Il 22 Aprile è la giornata dedicata alla Terra e il mio omaggio va agli Ulivi della Puglia, sentinelle silenziose di un paesaggio unico al mondo.
Le distese di ulivi e dei muretti a secco che si perdono nella luce rossa dei lunghi tramonti estivi sono commoventi.
Inclinati dal vento, bruciati dal sole, spezzati dai fulmini, i maestosi giganti della Valle d’Itria e del Salento, sono un’eredità da preservare e valorizzare.
Non è un caso se si sta lavorando perché l’Unesco riconosca gli ulivi monumentali della Puglia, “Patrimonio dell’Umanità”.

Gli ulivi della Puglia, creature antiche e misteriose
La zona compresa tra i comuni di Ostuni, Fasano, Carovigno e Monopoli è conosciuta come “piana degli ulivi”. Qui si concentrano moltissimi esemplari davvero millenari piantati addirittura dai Messapi 3000 anni fa.
Di qui passava la Via Traiana che collegava Roma all’Oriente attraverso il porto di Brindisi da cui partivano le navi olearie con il loro preziosissimo carico.
Percorrere i sentieri che si inoltrano nella campagna è una continua emozione. Gli ulivi ,con i loro tronchi nodosi, creano vere sculture. Si avvolgono su se stessi per seguire il sole e assumono forme suggestive.
L’ulivo è un albero generoso, dona i suoi frutti per sempre e si rinnova di continuo. Quando invecchia il fusto si svuota al centro e poi muore ma dai polloni nasce un tronco nuovo e il ciclo ricomincia. Ogni ulivo ha la sua storia, misteriosa e irripetibile.

Dagli ulivi monumentali della Puglia ricaviamo lo stesso olio usato dai romani e dai messapi prima di loro. Un patrimonio storico e naturale davvero straordinario.
Le civiltà antiche nate lungo le sponde del Mediterraneo, In Palestina, Siria e Creta conoscevano l’olivo. Da noi, furono proprio i Messapi che per primi innestarono gli olivastri, presenti in campagna, con l’olivo domestico (l’olea europea) per produrre l’olio.
Gli uliveti più antichi si riconoscono perché sono “disordinati” dato che si innestavano gli arbusti là dove erano nati spontaneamente. Poi i romani introdussero lo schema detto “sesto romano” con le piante tutte in fila a 60 piedi romani una dall’altra, circa 18 metri, la distanza giusta per coltivare l’ulivo.

Questi giganti dai tronchi contorti e le fronde argentate restano silenziosi testimoni della nostra storia e della nostra civiltà a disegnare il territorio di una delle regioni più belle d’Italia.
I frantoi ipogei e la ricchezza nascosta dell’olio

I frantoi era quasi sempre ipogei, ovvero sotterranei e per almeno due buone ragioni. Innanzitutto sottoterra la temperatura è costante e le olive non marcivano e poi in questo modo erano nascosti dai predoni che sbarcavano proprio alla ricerca del prezioso olio.
I frantoi erano delle vere e proprie industrie sotterranee, alcuni a due piani. Sopra c’erano i magazzini per le olive e gli alloggi degli operai che passavano l’intera stagione (da Ottobre a Marzo) senza mai uscire.
Un piano inclinato consentiva di versare le olive direttamente nella macina, una grossa ruota di pietra fatta girare da uomini a animali. Un lavoro faticosissimo. Le olive, dopo la raccolta, restavano trenta giorni nel deposito per aumentare l’acidità e poi venivano spremute due volte. L’ olio ricavato si usava come combustibile e l’acqua di risulta andava in Francia per fare il sapone di Marsiglia.
Per una interessante visita agli ulivi millenari e al frantoio ipogeo, consiglio la Masseria Brancati di Ostuni
Prima che i romani ne scoprissero l’uso alimentare l’olio serviva per le lampade e per questo era detto lampante, e per molti secoli si usò come combustibile.

L’olio di Gallipoli era il migliore del Mediterraneo e arrivava dovunque persino al Palazzo d’Inverno di San Pietroburgo su precisa richiesta della zarina Caterina per far risaltare specchi e stucchi.
L’ulivo, da sempre simbolo di pace e di prosperità, è anche simbolo di fiducia e di tenacia. Chi pianta un ulivo sa che i frutti si vedranno nel futuro. I contadini piantavano ulivi quando nasceva una figlia femmina: avrebbe avuto la dote una volta raggiunta l’età da marito.

Gli ulivi della Puglia sterminati dalla xylella
La xylella è una terribile malattia causata da un insetto – la “sputacchina” – che provoca il completo disseccamento delle piante. E’ molto contagiosa e costringere ad abbattere non solo l’albero ammalato ma anche quelli che lo circondano.
La zona del Salento è stata particolarmente colpita da questo flagello e lo spettacolo degli uliveti distrutti è davvero un colpo al cuore.
L’immagine spettrale degli alberi disseccati che tendono i rami nudi quasi a chiedere un ultimo aiuto mi ha profondamente turbato. La morte dei giganti non è concepibile.
La sola idea che gli ulivi possano essere sostituiti, per ragioni economiche, da mango e avocado mi fa paura. I maestosi custodi della Puglia non possono e non devono essere dimenticati.

Io vivo a Gaeta, la terra delle olive famose nel mondo. Da bambina sono stata abituata ad mare e apprezzare questi alberi scultorei e i loro preziosi frutti. In questo articolo ho rivisto anche un pò della mia terra. Ed è una delle ragioni per cui torno sempre in Puglia con grande trasporto!
gli ulivi segnano il paesaggio del Mediterraneo dalla Liguria alla Spagna alla Grecia, quelli della Puglia hanno forme davvero incredibili
Sono daccordo. Alcuni ulivi visti in Salento sembravano davvero delle cattedrali in miniatura. Ci siamo divertiti ad abbracciarli, insieme ai bambini, per trarne energia positiva. Tra l’altro abbiamo scattato tante di quelle foto tra gli uliveti che ancora non le ho viste tutte.
E’ vero il tronco è molto grande e a volte in quelli cavi si riesce ad entrare
Ti sono grata per questo approfondimento perché io sono proprio di origini pugliesi e la mia famiglia possiede uliveti e produce olio. Sono davvero i guardiani della Terra.
che fortuna hai ad avere degli ulivi, teneteli da conto perché sono davvero preziosi
Un articolo che ha davvero tutto il sapore della terra, quella che riesce a donare tesori incredibili e bellissimi come gli ulivi della puglia e il loro squisito olio
infatti mi sono portata a casa alcune latte di olio che ha ancora il profumo della Puglia
È triste pensare di non trovare più le distese degli ulivi nel paesaggio pugliese, ho ricordi ancora impressi nella mente tanta era la bellezza. Bellissime le foto hai colto tutta la bellezza dei campi e delle piante!
il Salento è stato davvero massacrato dalla xylella, una pena vedere quelle distese di alberi secchi
Nel mio giardino ho un ulivo piccolissimo che in confronto a questi sembra un bonsai. Purtroppo non conosco per niente la Puglia ma queste immagini con gli ulivi maestosi mi ha fatto tornare in mente un paesino della costa spagnola dove avevo avuto l’occasione di visitare un uliveto e il frantoio annesso. E’ terribile pensare che questo patrimonio potrebbe andare perso a causa di un insetto.
gli ulivi della Puglia sono delle vere sculture, i tronchi delle piante più antiche hanno forme incredibili.
Trovo che gli ulivi siano così belli e pieni di storia che non dovrebbero mai e poi mai essere rimpiazzati!
Poi io vengo dalla Liguria, quindi sono circondata dagli ulivi ed è bellissimo!
sono il simbolo del mediterraneo
La Valle d’Itria così disseminata di ulivi è davvero stupenda. La notizia della xylella mi ha infatti parecchio affranto, un tale patrimonio naturale così rovinato 🥲
e purtroppo al momento non ci sono molte soluzioni per fermarla
Un omaggio davvero notevole il tuo: questi colossi viventi sono il simbolo della Puglia e di una terra baciata dal sole. La bellezza e l’importanza di queste piante sono indiscutibili: non sono solo una fonte di guadagno per l’uomo ma un vero e proprio punto di riferimento per l’economia di questa zona!
sono il simbolo della Puglia e del mediterraneo e una delle cose che mi è rimasta nel cuore
Noi siamo sul Gargano, e anche qui si trovano un sacco di ulivi millenari, davvero meravigliosi. A me fanno impazzire le forme strane degli ulivi.
Purtroppo anche noi andando in Salento abbiamo potuto constatare del danno che la xylella ha fatto in quella terra, e piange davvero il cuore a vedere gli ulivi così secchi e morti.
Speriamo solo che siano riusciti a limitare il danno a una zona circoscritta…
purtroppo la xylella è una piaga per gli ulivi e per debellarla ci vogliono molte cure. Il danno è stato gravissimo e irrecuperabile speriamo però che gli agricoltori non si lascino scoraggiare e continuino a piantare ulivi sulle loro terre
Gli ulivi della Puglia sono un pò come quelli in Liguria da me, quasi più delle opere d’arte che dei semplici alberi. Ne ho fotografati molti, anche con un paesaggio tra mare e cielo blu come sfondo , uno spettacolo della natura.
un albero magnifico, molto generoso e altamente simbolico. Lo amo molto l’ulivo
Ho vissuto in Puglia tre anni e l’amore che si ha per gli ulivi e i loro frutti si sente soprattutto nei borghi di campagna ma anche nelle case dei pugliesi. Non conoscevo la “sputacchiella” e spero che si trovi un modo per disinfestare gli ulivi da essa.
purtroppo la sputacchina si propaga molto rapidamente, si sposta attacandosi alle scarpe ecc ed è anche resistentissima, speriamo che si trovi il sistema di debellarla
Ho sempre amato gli ulivi secolari perché sono per me poetici. Da un paio d’anni me ne sono interessata ancora di più perché abbiamo acquistato un piccolo rustico in Calabria in mezzo ad un piccolo uliveto. L’idea di possedere alcuni ulivi secolari mi fa venire ancora i brividi!
che meraviglia abitare in mezzo agli ulivi!
Gli olivi della Puglia sono nel mio cuore, da brava salentina li ho vissuti da sempre nella mia vita; è stato un colpo al cuore quando sono tornata qualche anno fa e ho visto il disastro creato dalla xylella, non solo è un grosso problema dal punto di vista economico ma anche dal lato paesaggistico!
Davvero il Salento è stato devastato, che peccato! In Valle d’Itria è andata un pò meglio e speriamo che gli ulivi rimasti possano continuare a vivere