Se state pianificando un viaggio in Rajasthan, non tralasciate la visita di Jodhpur. Conosciuta come la “Città blu” per il colore intenso delle case di bramini che punteggiano il quartiere medioevale, Jodphur vi stupirà per la sua vitalità e la sua ricchezza di storia e di arte.
Mettete in preventivo un paio di notti a Jodhpur se, oltre alla passeggiata nei vicoli dai muri blu, volete scoprire anche il bellissimo Mehrangarh Fort. E, credetemi, ne vale veramente la pena.

Jodhpur, la capitale del regno dei Marwar
Nel 1459 il re Rao Johda, appartenente alla casta guerriera dei Rajput costruì un forte poderoso sulla cima di una collina. Ai suoi piedi si sviluppò l’abitato di Jodhpur.
La nuova città si sostituì alla vicina Mandore, in declino a causa delle lotte tra le sue dinastie e divenne la capitale di una zona detta Marwar, Terra della Morte, per via della sua aridità.
Grazie alla sua posizione lungo le rotte carovaniere tra Delhi e il Gujarat, prosperò con il commercio di legno di sandalo, datteri, spezie e oppio.

A fine 1800, i maharaja del Rajasthan, forti del grande rispetto che la popolazione nutriva nei loro confronti, siglarono con i coloni inglesi degli accordi di protettorato. In pratica avrebbero mantenuto, almeno in apparenza, il loro potere in cambio della tranquillità della zona.
Fu un periodo di grande prosperità e rilevanza per la città di Jodhpur. Dopo l’indipendenza dell’India nel 1947, però i commerci terminarono. La nascita del Pakistan con la sua frontiera inaccessibile bloccò tutti gli scambi con la valle dell’Indo.
A testimonianza di questo importante passato resta lo splendido Palazzo Umaid Bhawan, residenza dell’ultimo maharaja di Jodhpur, Umaid Singh. Oggi gli eredi hanno mantenuto solo un’ala della costruzione, il resto è un hotel di lusso. Dopo l’indipendenza, i maharaja continuarono a mantenere i loro privilegi grazie ad un vitalizio garantito dal governo. Quando nel 1971 tale beneficio venne meno, gli eredi dei sovrani furono costretti a modificare il loro stile di vita riducendo gli sfarzi dei palazzi.

Jodhpur, il labirinto di vicoli della città blu
Si dice che il colore blu protegga dal caldo e, forse, dagli insetti. La vera ragione delle case blu di Jodhpur era però quella di far riconoscere da lontano le abitazioni dei bramini. La casta dei sacerdoti, la più alta e anche la sola in grado di permettersi il costo dell’indaco necessario alla realizzazione della tinta.
I muri dipinti di azzurro intenso e spesso decorati con murales vivaci rendono i vicoli una fonte inesauribile di set fotografici. I turisti si affollano nelle stradine e gli abitanti sorridono divertiti di tanto interesse.

Fortunatamente le auto non riescono a circolare negli stretti vicoli della città vecchia che sono in compenso intasati di motorini che si infilano in ogni direzione.
Rassegnatevi ai clacson perennemente in azione e agli sfiori millimetrici degli angoli dei muri e godetevi la vostra passeggiata nella città blu.
Intrufolatevi a piedi nel labirinto tortuoso di stradine che sembrano avvolgersi su se stesse e terminare improvvisamente con una rampa di scale. Lasciate che il vostro naso si abitui agli odori di spazzatura e di fogna mescolato al profumo delle spezie e degli incensi.

La Torre dell’Orologio e il Sardar Bazar
Intorno alla Torre dell’Orologio, punto di riferimento della città vecchia, si trova il vivacissimo Sardar Bazar. Insieme rappresentano il fulcro della città, il luogo speciale dove turisti e locali si mescolano in un crogiolo culturale che è lo spirito della città.
La Torre, elegantemente intarsiata, ha un orologio su ogni facciata. In un’epoca in cui questi strumenti erano rari e costosi, la costruzione era un simbolo di modernità e di progresso.

Le bancarelle del mercato sono un incredibile caleidoscopio di colori. Dalle tonalità vivacissime dei tessuti alle gradazioni brillanti dei gioielli passando per la calda gamma della frutta e delle spezie, è un tripudio cromatico!
Per un acquisto di qualità vi consiglio però il negozio M.V. Spices proprio di fronte alla Torre dell’Orologio gestito da sette sorelle simpaticamente soprannominate The Spice Girls of India. Potrete trovare infinite combinazioni di curry e saporitissimi masala adatti ad ogni piatto oltre a the, zafferano, pepe, cannella, coriandolo e mille altre spezie dai profumi intriganti.

Cosa vedere a Jodhpur, il pozzo a gradoni
Il Toorji Ka Jhalra è uno dei luoghi speciali di Jodhpur che diventa particolarmente suggestivo di sera. Si tratta di un pozzo a gradoni, uno dei pochi rimasti , che testimonia l’ingegnoso sistema idraulico della città.
Il profondo rettangolo scende sotto terra di sette livelli delimitati da una serie di ripidissime gradinate. Realizzato in pietra rossa locale, in origine era interamente decorato con rilievi di danzatrici, elefanti, leoni e statue di divinità hindu.
Fu una delle una delle mogli del maharaja Singh a farlo costruire nel 1740, seguendo la tradizione secondo cui erano le donne della famiglia reale ad occuparsi dell’approvvigionamento dell’acqua pubblica.
Erano comunque le donne che frequentavano il pozzo anche per lavare i panni, fare offerte alla dea cui era dedicato e vivere alcuni momenti di socialità.

Quest’ultima funzione non è venuta meno e dato che i primi due livelli del pozzo di Jodhpur sono ancora accessibili, molte persone si ritrovano sulle sue gradinate per chiacchierare o addirittura per fare il bagno come gli spericolati ragazzini che si tuffano come fosse una piscina.
Cosa vedere a Jodhpur: il Jaswant Thada
Poiché nella cultura hindu, i corpi dei defunti vengono cremati e affidati al Gange, per celebrarne la memoria vengono spesso costruiti dei cenotafi.
Il Jaswant Thada è considerato il Taj Mahal del Marwar per la bellezza eterea che sprigiona dal marmo bianco della costruzione.
Costruito a fine 1800 da suo figlio, il cenotafio celebra la memoria del maharaja Jaswant Singh II, molto amato per il suo coraggio e il suo amore per le arti.

I sottili strati di marmo di Makrana emettono un bagliore delicato che riflette i raggi del sole e sottolineano gli elaborati intarsi tipici dello stile rajput. Cercate di andarci la mattina presto per apprezzare l’atmosfera silenziosa e la vista sul Mehrangarh Fort prima dell’arrivo dei turisti.
I giardini Mandore
I Mandore Gardens di trovano a circa nove chilometri da Jodhpur, nell’omonima città antica capitale del regno. Devo onestamente dire che, nonostante siano definiti da molte guide “imperdibili” io non li ho trovati così stupefacenti.
Gli antichi cenotafi in pietra rossa sono sicuramente molto suggestivi ma nel momento in cui li ho visitati, i giardini non erano ben tenuti, nel laghetto mancava l’acqua ed era complicato passeggiare nell’erba troppo alta.
Era però l’otto marzo e l’allegria contagiosa dei gruppi di donne nei sari coloratissimi che si concedevano una passeggiata sul trenino turistico mi ha lasciato un ricordo piacevole.

Escursione ai villaggi Bishnoi di Jodphur, ovvero trappola per turisti
I Bishnoi sono una comunità “ecologista” che vive ai margini del deserto del Thar. Le loro credenze si basano sulla coesistenza pacifica di tutti gli esseri viventi e quindi anche delle piante.
Si narra che la popolazione di un intero villaggio abbracciò gli alberi che il maharaja locale aveva deciso di abbattere: persero la vita in 360 e da allora la zona è protetta e gli animali vivono in assoluta libertà.
Su queste basi ho accettato di buon grado la proposta di una visita al villaggio e un “safari” nelle terre dei Bishnoi per avvistare gli animali.

In realtà delle famose donne conosciute per i loro importanti gioielli ho incontrato solo un’anziana signora con un orecchino al naso e un bracciale alla caviglia. Il figlio, o il nipote, non ho ben capito si è prodigato a realizzare per noi la cosiddetta cerimonia dell’oppio. I semi di papavero essiccati vengono sciolti e trasformati in una miscela liquida che ci siamo rifiutati di assaggiare.
Il consumo di oppio è consentito solo per scopi religiosi e durante i banchetti nuziali ma per i turisti si può fare questo e altro.
E infatti il passaggio successivo è stato un lunghissimo giro con la jeep tra le campagne assolate e polverose dove abbiamo incontrato tre cerbiatti. Il caldo e la sete mi hanno talmente provato che mi sono rifiutata di scendere per assistere alla tessitura dei tappeti.
Peccato snaturare così una comunità dignitosa.

Nonostante quest’ultima deludente esperienza, Jodhpur mi è piaciuta tantissimo per la sua atmosfera vivace e coloratissima.











Abbiamo visto la città blu nel 2023, molto caratteristica, abbiamo anche comprato una quantità smodata di spezie e te he ci siamo fatti spedire a casa e ancora oggi ogni sera ci facciamo un te indiano
Anche io ho acquistato le spezie e quando le uso è come se per un attimo tornassi tra i vicoli di Jodphur e il caos del mercato
Le tue parole e le tue descrizioni mi hanno portato nel dedalo di stradine di Jodhpur, in un viaggio virtuale emozionante e ricco di sorprese. Non ti nego che questa cittadina mi ha stregato e spero di riuscire a visitarla quanto prima.
Jodphur è davvero una destinazione particolare con il colore blu delle case che domina il paesaggio
Sono stata a Jodphur parecchi anni fa e ne ho un bel ricordo come tutto il Rajastahain, un viaggio stupendo che mi è rimasto nel cuore, l’india è veramente un mondo e va assaporata con calma e nel momento giusto per apprezzarne ogni aspetto
Nel mio tour in Rajasthan purtroppo non era inclusa Jodhpur. Una mia amica si è appena trasferita ad Udaipur e ho in programma di andarla a trovare il prossimo anno, questa volta includendo anche Jodhpur, grazie per le utili informazioni.
Non tutti i tour includono Jodphur che invece a me è piaciuta moltissimo sia per le case blu davvero molto fotogeniche che per la vivacità dell’atmosfera in generale