Ammetto di aver riflettuto e rimandato tantissimo prima di decidermi ad affrontare il mio primo viaggio in India. Dico primo perché sono appena rientrata e già penso di ritornarci: l’India è così, ti cattura e ti rimane dentro.
Il primo viaggio in India è ansia, paura, pregiudizio. Poi diventa un’esperienza di condivisione, conoscenza, gioia. L’importante è affrontarlo al momento giusto, dimenticando ogni sentito dire e vivendo ogni istante con il cuore aperto.
L’India è sporca, caotica e complicata questo è innegabile ma è anche colorata, sorridente, vivacissima. Le sue contraddizioni sono la sua anima più vera e dovete tenerne conto se state pensando ad un approccio con questo immenso e popolatissimo Paese.

Ogni incontro è un dono: i sorrisi e la gentilezza delle persone sono uno dei tratti caratteristici dell’India. Ho ammirato la loro resilienza nell’affrontare ogni giorno un traffico impossibile, nell’attendere pazientemente in fila l’entrata al tempio, nel salire su autobus roventi e sovraffollati.
Il mio primo viaggio in India è stato entusiasmante: l’itinerario perfetto per un incontro iniziale con destinazioni dalla bellezza indimenticabile e dalla spiritualità intensa.
Cosa sapere prima di organizzare un primo viaggio in India

L’India non è facile e ci sono alcuni fattori di cui dovrete tenere conto soprattutto se si tratta di un primo viaggio.
Il traffico: è mostruoso e senza regole. Le città grandi come Delhi sono congestionate da motorini, auto e rickshaw che si spostano in ogni direzione. La segnaletica, quando c’è, viene totalmente ignorata, il concetto di precedenza non esiste e capita di trovare anche in autostrada camion e trattori contromano.
La sporcizia: spazzatura lungo le strade, mucche che si cibano di rifiuti, street food che non rispetta le basilari norme igieniche, sono la normalità. Fate molta attenzione all’acqua, utilizzate quella in bottiglia anche per lavarvi i denti, evitate la verdura cruda e preferite la frutta da sbucciare.
Lo smog: soprattutto a Delhi, l’aria può diventare irrespirabile per l’altissima concentrazione di polveri sottili. L’odore di immondizia bruciata è acre e molto persistente.
La povertà: è un dato di fatto che molte persone non abbiano di che cibarsi e non possiedano un tetto sopra la testa. Le differenze sociali sono esasperate e le caste, benché tutti lo neghino, esistono ancora e fanno sì che il destino degli ultimi sia ineluttabile.
La folla: il senso di prossimità degli indiani è molto diverso dal nostro quindi preparatevi a essere pigiati tra la gente in file più disordinate delle nostre, a essere toccati e fotografati. Sì, avete capito bene. Agli indiani piace pubblicare foto su Instagram con i turisti occidentali, non meravigliatevi se vi verrà chiesto di posare all’interno di un gruppo di famiglia davanti al Forte Rosso.

Documenti, visti e norme di sicurezza
Per entrare in India, oltre al passaporto con validità residua di almeno sei mesi, è necessario il Visto. L’ottenimento dell’E-visa è facilissimo, basta andare sul sito Indianvisaonline e seguire le istruzioni per la compilazione del modulo. Dovrete allegare una foto tessera diversa da quella del passaporto e pagare 25 dollari. Il visto turistico è valido 30 giorni dalla data di entrata nel Paese. Nel giro di un paio di giorni riceverete via mail la conferma che la vostra richiesta di visto è stata accettata; rientrate nel sito nella sezione “check your visa status”, stampatelo e tenetelo a portata di mano già al momento del check-in.
L’unica vaccinazione obbligatoria è quella per la febbre gialla ma solo per chi proviene da paesi a rischio, in alcune zone è consigliata la profilassi antimalarica soprattutto nel periodo delle piogge monsoniche.
Vi consiglio vivamente di stipulare un’assicurazione sanitaria che preveda la copertura delle spese mediche ed eventualmente il rimborso del costo per il rimpatrio.
Le norme di sicurezza da rispettare sono quelle dettate dal buon senso e valide per ogni Paese. Prestate però molta attenzione ai truffatori. Potrebbe capitare che mentre attendete il vostro driver si avvicini qualcuno che finge di avvisarvi del suo ritardo, oppure vi dice che si è addormentato, che non è affidabile e che non verrà a prendervi proponendovi di sostituirlo. Non fidatevi assolutamente: invece che al vostro hotel vi condurrà alla guest house di sua sorella/zia/nonna e vi chiederà dei soldi per il disturbo anche se non accettate di soggiornarvi. In prossimità dei principali monumenti si proporranno insistentemente guide e accompagnatori fingendo di voler solo migliorare il loro italiano parlando con voi ma che alla fine vorranno essere pagati. Siate gentili ma fermi nel rifiutare.

Viaggio fai da te oppure organizzato
Tenendo conto di quanto sopra, per il mio primo viaggio in India non me la sono sentita di organizzare un itinerario in autonomia.
Non sono molto propensa ai viaggi di gruppo e quindi ho pensato ad un viaggio individuale che potesse essere personalizzato tenendo conto delle nostre preferenze.
Grazie ai preziosi articoli di Teresa del blog Nonni Avventura,, ho contattato la Prem Viaggi e mi sono trovata benissimo. Prem ha studiato un itinerario secondo le mie richieste, mi ha dato suggerimenti preziosi e ha selezionato boutique hotel di incredibile fascino. Abbiamo avuto l’auto con driver per tutto il nostro itinerario in Rajasthan e la guida nelle città principali. Il nostro autista era gentilissimo e molto disponibile, abbiamo visitato luoghi poco frequentati dai turisti e imparato molto sulle tradizioni indiane.
L’India è enorme, impossibile pensare di visitarla tutta in una sola volta. Noi per il primo viaggio, ci siamo focalizzati sul Nord. Il Rajasthan con i fiabeschi palazzi dei maharaja, Agra e il Thaj Mahal, la stessa Delhi con i suoi incredibili mercati, sono l’India del nostro immaginario.
Al tour del Rajasthan abbiamo voluto aggiungere alcuni giorni a Varanasi, la città sacra sul Gange che ci ha coinvolto emotivamente al di là di ogni aspettativa.

Periodo migliore per un viaggio in India
La stagione migliore per visitare l’India del Nord è l’inverno: da dicembre a marzo le temperature sono gradevoli durante il giorno anche se piuttosto fresche di notte e nelle prime ore del mattino. E’ il clima ideale per godersi i palazzi e i templi senza la morsa del caldo.
Da marzo in poi le temperature salgono notevolmente e, soprattutto in luglio e agosto, sono frequenti le intense piogge monsoniche con notevoli conseguenti disagi negli spostamenti.

Primo viaggio in India: il nostro itinerario
Air India opera voli diretti quotidiani da Milano Malpensa a Delhi. Avevo letto recensioni pessime su questa compagnia che invece secondo me è in linea con le altre. Gli aerei sono un pò vecchi e il sistema di intrattenimento non funziona granché, però sono abbastanza puliti e il cibo è affrontabile.
In alternativa c’è il volo da Roma con Ita.
Veniamo ora al dettaglio del nostro itinerario di 17 giorni che prevedeva il tour del Rajasthan, Agra e due giorni a Varanasi.
Prima parte: la magia del Rajasthan
Il Rajasthan, la terra dei re, è caratterizzato da templi riccamente decorati e palazzi maestosi che sembrano usciti da un libro di fiabe. Le città dei maharaja si tingono di blu, rosa oppure oro, e diventano davvero magiche.
Giorno 1 – Delhi
Un giorno è veramente poco per visitare una città grande come Delhi. Ci siamo concentrati sulla Città Vecchia ed in particolare sull’incredibile, affollatissimo mercato di Chandni Chowk. Oltre al Tempio sikh Gurdwara Bangla Sahib, merita sicuramente una sosta il Rajghat, il luogo dove è stato cremato il Mahatma Gandhi assassinato da un estremista indù durante un incontro di preghiera.

Giorno 2 – da Delhi a Mandawa
La regione dello Shekhawati, nell’estremità orientale del Rajasthan mi è piaciuta veramente tanto. Nelle città e nei villaggi si trovano magnifiche haveli. Si tratta delle dimore che i ricchi mercanti si facevano costruire rivaleggiando tra loro per la bellezza dell’architettura e lo splendore degli affreschi. E’ una zona ancora poco frequentata dal turismo di massa e consente di conoscere una parte molto vera dell’India.
Giorno 3 – da Mandawa a Bikaner
Lungo il tragitto, nella città di Deshnok, si può visitare il famosissimo Tempio dei Topi che sono considerati sacri e adorati dagli induisti. Io ho un sacro terrore di questi animali e la sola idea che mi potessero salire sui piedi (obbligatoriamente scalzi) senza nemmeno poter urlare di disgusto, mi ha fatto desistere. Ho apprezzato molto, invece, gli ambienti interni del Junagarth Fort decorati con grande raffinatezza.
Giorno 3 e 4 Jaisalmer e il deserto del Thar
Il Forte di Jaisalmer sembra costruito con la sabbia e il colore dorato della città al tramonto è una delle immagini indimenticabili del mio primo viaggio in India. L’escursione in cammello nel deserto ha aggiunto fascino ad una destinazione imperdibile del Rajasthan. Lungo il tragitto ci siamo fermati a Ramdeora per visitare il tempio di una divinità adorata dalle popolazione del Thar e meta di importanti pellegrinaggi.

Giorno 5 e 6 la città blu di Jodhpur
Attraversando il deserto del Thar, vale la pena fermarsi a Osian: i suoi importanti templi testimoniano un passato di ricchezza.
Le case dei bramini dipinte di un intenso colore blu e decorate con simpatici murales caratterizzano la Città vecchia di Jodphur e sono perfette per le foto. Se volte fare acquisti di tessuti e spezie siete nel posto giusto.

Per maggiori informazioni sulla visita di Jodphur, potete leggere il post qui sotto.
Giorno 7 -8 Udaipur
Romanticamente adagiata sulle rive del Lago Pichola, Udaipur è perfetta per godersi con calma lo splendido City Palace e per apprezzare la vista al tramonto da uno dei ristoranti sulle terrazze della sponda orientale.

Giorno 9 Puskar
Puskhar è dedicata a Brama. Nella acque sacre del piccolo lago, i pellegrini fanno le loro abluzioni. La città è molto frequentata da giovani hippy provenienti da tutto il mondo che la rendono vivace soprattutto la sera sulle scalinate che scendono al lago.
Giorno 10 e 11 Jaipur
Siamo capitati a Jaipur in occasione dell’Holi, il festival dei colori e ne abbiamo approfittato per mescolarci alla folla in una delle ricorrenze più vivaci e allegre dell’India. Per fortuna avevamo previsto due giorni così abbiamo avuto anche modo di visitare l’interessantissimo Forte Amber, il City Palace e l’incredibile Palazzo dei Venti della cosiddetta “città rosa” del Rajasthan.
Ho lasciato a malincuore il Rajasthan che è stato l’emozionante sfondo del mio primo viaggio in India e dove sogno già di tornare per dedicare del tempo ai centri minori ricchi di storia e di tradizione.
Parte seconda: la spiritualità dell’Uttar Pradesh
Nel popoloso Stato dell’Uttar Pradesh si concentrano ben tre siti Unesco, tutti nei dintorni di Agra. Oltre al Thaj Mahal, sono Patrimonio dell’Umanità anche il Forte di Agra e Fatehpur Sikri. Varanasi con la sua profonda spiritualità, è una delle città più antiche del mondo.
Giorno 12 e 13 Agra e il Thaj Mahal
Lungo il tragitto verso Agra abbiamo visitato il bellissimo pozzo a gradoni di Chand Baori ad Abhaneri e il sito di Fatehpur Sikri, un tempo capitale dell’Impero Moghul e oggi città fantasma.
Il Taj Mahal all’alba è una visione quasi onirica, il marmo bianco sembra trasparente e le pietre preziose che ornano le sue facciate brillano ai raggi del sole. Nonostante la sua fama però, la settima meraviglia del mondo non mi ha particolarmente emozionato e ve ne spiegherò le ragioni in una prossima occasione.
Nel pomeriggio trasferimento all’aeroporto di Delhi e volo per Varanasi

Giorno 14 e 15 Varanasi
Città antichissima e sacra, Varanasi racchiude l’essenza spirituale dell’India. Qui la gente viene per morire o per far cremare i propri cari.
L’alba e il tramonto sono momenti speciali da vivere intensamente insieme alla folla di pellegrini che si assiepa lungo i ghat, le lunghe scalinate che scendono al Gange.
Giorno 16 e 17 Varanasi – Delhi – Milano
Dopo un’ultima toccante alba a Varanasi, volo per Delhi e il giorno successivo, rientro a Milano. Il nostro primo viaggio in India si è concluso con la città che ci ha colpiti allo stomaco e ci ha lasciati turbati e commossi per l’intensa spiritualità che vi aleggia.

On the road
Durante i lunghi spostamenti in auto, vedrete scorrere dal finestrino la vita vera della campagna e dei piccoli villaggi. Forse perché era il mio primo viaggio in India ma ogni cosa mi sembrava unica! Ho seguito con lo sguardo i pellegrini con le bandiere colorate che percorrono centinaia di chilometri per raggiungere il Tempio dove si svolgerà una particolare festa religiosa e ammirato i mercati coloratissimi con la frutta e la verdura perfettamente impilate.
Dai voluminosi turbanti rossi dei pastori rabari, agli elaborati piercing al naso delle giovani spose, tutto ha un significato e ogni comunità ha le sue caratteristiche.
Lungo le strade polverose dello Shekhawati si incontrano gruppi di nomadi che si spostano con un carro trainato da un dromedario e greggi di capre condotti da ragazzini. I sari colorati delle donne piegate nei campi sembrano grandi fiori gialli e arancio.

Ci siamo fermati a visitare il particolare tempio di Om Banna dedicato ad una motocicletta che dopo la morte del suo conducente è diventata protettrice degli autisti. I fedeli versano del liquore sui bracieri in onore del ragazzo deceduto e portano offerte chiedendogli protezione.
Il viaggio, in India, non è solo il raggiungimento della propria destinazione ma una continua scoperta delle tradizioni del Paese

Primo viaggio in India: dove alloggiare
Ormai lo sapete, sono una viaggiatrice viziata e mi piace avere la possibilità di dormire in luoghi particolari che rispecchino nell’architettura e nei dettagli, il sapore dell’ambiente circostante.
Tra gli hotel del mio viaggio in India, ne segnalo alcuni che mi hanno catturato per l’atmosfera fiabesca che vi si respirava, perfettamente in sintonia con la magia del Rajasthan, terra di palazzi, concubine e maharaja.

Vivaana Culture Hotel – Mandawa
Ricavato in una magnifica haveli nella campagna tra Nawalgardh e Mandawa, il Vivaana mi è piaciuto perché tra i muri affrescati dei cortili interni, il tempo sembrava essersi fermato. Anche la camera, con gli archi e le finestrelle con le grate era molto particolare.
Ajit Bhawan Palace – Jodhpur
La costruzione principale è l’ex palazzo del maharaja e governatore locale che ha mantenuto un’ala come residenza privata. Il nostro alloggio era però un bungalow/tenda all’interno dell’enorme giardino. Gli spazi comuni hanno arredi antichi ed elaborati mentre la struttura della tenda è molto funzionale e confortevole. La piscina è spettacolare.

Samode Haveli – Jaipur
Se mi devo immaginare la vita dei ricchi mercanti indiani e delle loro numerose concubine, è qui che la vedo. Questa bellissima haveli del 1800 è un susseguirsi di scale, cortili e terrazze intersecate. La nostra camera era un gioiello, con archi, colonne e il soffitto interamente ricoperti da mosaici e piccoli specchietti che riflettevano la luce in un’atmosfera principesca. Decisamente il più bello del mio primo viaggio in India.















Non ho mai preso in considerazione l’India come meta di viaggio, nonostante io ne sia fortemente attratta, proprio per il caos che la domina. Non so se riuscirei a tollerare sporcizia e povertà, e so che passerei il viaggio a rimuginare su quanto Si potrebbe cambiare o quante persone e animali potrei salvare. Anche il loro modo di trattare gli animali, infatti, non riesco a digerirlo. Sono però convinta che sia un viaggio da fare almeno una volta nella vita.
Caos e sporcizia sono la routine quotidiana, alla fine ci si abitua e gli animali non sono maltrattati- I cani e le mucche si aggirano indisturbati per le strade, certo sono parecchio malnutriti ma lo sono anche le persone….
Anche la nostra prima volta in India è stata sorprendente. Ho amato tantissimo i sorrisi larghi di gente che in apparenza avrebbe poco per cui sorridere. Hanno abitudini talmente distanti dalle nostre che diventa difficile comprenderle, a partire dal concetto di igiene, che osserva dei rituali scrupolosi che a noi sfuggono. Certo l’India non è pulita ma capita di veder spazzare strade di polvere in un quadro quasi surreale. Assolutamente da vivere una volta almeno!
L’india è sorprendente proprio nei dettagli e nelle apparenti contraddizioni tipo quella di veder spazzare le strade polverose e condividere il chapati con la mucca
Questo articolo sembra davvero catturare l’anima dell’India, uno di quei viaggi che sogno da tanto, ma che continuo a rimandre. Non so se ètimore, o semplicemente il non sentirmi ancora pronta per qualcosa di così travolgente. L’India mi affascina profondamente, ma so che non è un viaggio qualunque. Comunque mi hai fatto venire ancor più voglia a di partire.
No, non è un viaggio qualunque ma il segno che lascia è profondo e sincero
Non ho ancora mai visitato l’India ma ammetto che il solo evocarla mi mette subito addosso un desiderio incontenibile di teletrasportarmici immediatamente. È innegabile: l’India è uno di quei Paesi che hanno un fascino fortissimo ed è impossibile restarne indifferenti. Chissà che io non decida di andarci nei prossimi anni, il tuo racconto sincero mi ha offerto molti spunti su cui riflettere.
Io ci ho pensato molto prima di partire, avevo un sacco di timori che si sono dissolti al primo istante. E’ un Paese molto affscinante
Hai fatto il viaggio che sogno di poter fare il prossimo anno: il problema è che di inverno non posso praticamente muovermi a causa del lavoro quindi dovrei puntare alle vacanze di Natale e immagino che tutto sia almeno quadruplicato…
Farlo a Luglio a causa dei monsoni potrebbe essere problematico, mi tocca dunque aspettare la pensione (che non arriverà che a 70 anni!).
Purtroppo la nostra estate non è adatta all’India ma spero proprio che tu riesca ad andarci prima della pensione, sarebbe un peccato attendere tanto per visitare questo incredibile Paese- E soprattutto le tradizioni si stanno via via perdendo, e donne con i sari e gli uomini con i turbanti saranno sempre più rari, le nuove generazioni preferiscono vestirsi all’occidentale
Non sono mai stata in India proprio per i classici motivi, la sporcizia e il livello bassissimo di igiene innanzi tutto, poi la povertà estrema, etc… però so che è un paese che prima o poi vorrei visitare, anche se all’inizio non sarà facile, ma alla fine potrei anch’io, come tanti, rimanerne innamorata. E sicuramente come primo viaggio avevo già pensato a un itinerario pressoché identico al tuo, che è abbastanza classico. Ora è un momento difficile in cui non possso viaggiare lontano, ma l’India resta lì, prima o poi la raggiungerò.
L’itinerario che abbiamo scelto si basava infatti sulle esperienze di altri viaggiatori che hanno iniziato ad esplorare l’India per la prima volta, con le tappe più turistiche e direi che come primo impatto è stato positivo. A me è venuta voglia di esplorare altre zone di questo immenso Paese!
Ti ammiro molto per il tuo viaggio, così come ammiro tutti quelli che decidono di intraprenderlo. Ma dopo aver visto decine di ore di video sull’argomento e parlato con diverse persone che lo hanno affrontato, sono giunta alla conclusione che l’India non fa per me. Il caos, la povertà, la sporcizia, la costante minaccia di un intossicazione alimentare o di un furto, mi renderebbero estremamente tesa, nervosa e poco disposta a vedere il bello che si cela attorno a me.
Io ti suggerisco di non lasciarti intimidire, le intossicazioni alimentari si possono evitare con le basilari attenzioni di qualunque altro viaggio e i furti…. non credo siano più frequenti che in metropolitana a Milano. Il solo poblema che vedo per te è il caldo che può diventare davvero impegnativo, nei mesi invernali però la temperatura è buona tendente al freschino.
che bellezza ! anche se viaggio e vivo in Asia da tanti anni non sono ancora stata in India, devo convincere mio marito che non ne vuole sapere, ma che leggendo il tuo racconto mi è venuta una voglia che partirei anche domani
anche noi ci abbiamo pensato molto prima di affrontare l’India, mio marito in particolare. Poi il paese ci ha conquistati oltre ogni aspettativa