Sotto i lunghi portici delle Procuratie Nuove che scandiscono lo spazio scenografico di Piazza san Marco, il Caffé Florian celebra da trecento anni la magnificenza della Serenissima.
Frequentato da sempre da artisti, mercanti, nobili e rivoluzionari, il caffé più antico d’Italia resta un mito senza tempo.
Oltre le vetrate delle sue intime salette, decorate da specchi e dorature, scorre la vita della città. E c’è da rimanere affascinati dall’andirivieni di gente, dalla bellezza del campanile di San Marco, dall’armonia della musica dei Quartetti Veneziani.
Dal giorno della sua inaugurazione, il 29 dicembre del 1720, il Caffé Florian ha superato guerre, dominazioni e cambiamenti storici. Ma è rimasto fedele a se stesso, alla sua aura elegante e un pò retrò che fa pensare alle dame dai volti incipriati e ai balli in maschera.

Caffé Florian, storia di un luogo simbolo
I mercanti veneziani, di ritorno dalla Turchia, raccontavano di quella bevanda “negra e bollente che ha la virtù di far stare l’uomo svegliato”. Tra le tante Boteghe de café fiorite a Venezia, la più prestigiosa divenne quella di Floriano Francesconi, con vista sulla Piazza San Marco. Sull’insegna era scritto “Alla Venezia Trionfante” ma quando ci si incontrava, la frase d’obbligo era “Andemo da Floriàn” pronunciato alla veneziana con l’accento sulla a.
Fin dalla sua fondazione il Caffé Florian è stato un vero salotto sociale, luogo di incontro tra intellettuali, artisti e gente comune.
Il Florian era, inoltre, l’unico locale che consentiva l’ingresso alle donne e sembra che per questo sia diventato il preferito di Casanova.
Si narra che il celebre seduttore, dopo la sua rocambolesca fuga dai Piombi, si sia voluto concedere un caffé qui prima di salire sulla gondola e partire verso la terraferma.

Il Caffé Florian come lo vediamo oggi è il frutto di un restauro del 1858.
Gli ambienti, piccoli e accoglienti, si infilano uno nell’altro moltiplicati da una serie di specchi. I tavolini di marmo sono girevoli per permettere alle donne che indossavano abiti ampi, di accomodarsi agevolmente sui divanetti.
Nella Sala del Senato, con decori dorati e velluti rossi, nacque nel 1893 l’idea della Biennale.
La Cinese e la Orientale, sono un trionfo di atmosfere esotiche, mentre la Sala degli Uomini illustri è dedicata a dieci personaggi che hanno fatto grande Venezia, da Tiziano a Palladio. Nella Sala omonima le donne sono rappresentate come allegorie delle Stagioni.
In occasione dei duecento anni del Caffé Florian, si è aggiunta la Sala Liberty con preziosi parquet a intarsio e lampadari in vetro di Murano.

Amori e intrighi ai tavolini del Florian
Il più bel ritrovo di Piazza San Marco, come è stato definito il Caffé Florian, è da sempre stato frequentato dall’elite della città, nobili, aristocratici e intellettuali, ma anche da poeti, mercanti, sognatori e patrioti.
Manin vi pronunciò il celebre discorso contro la dominazione austriaca che diede inizio alla Repubblica di Venezia.
Goldoni si ispirò a Floriano Francesconi per il protagonista della sua “Bottega del Caffè” e il primo giornale popolare, la Gazzetta Veneta, venne distribuito proprio al Florian.
Tra i divanetti di velluto rosso veneziano del Caffé Florian si cospirava contro i francesi e poi contro gli austriaci, si perdevano fortune ai dadi, si consumavano grandi amori come quello tra George Sand e Alfred de Musset o passioni carnali come la focosa relazione tra Lord Byron e la Contessa Guiccioli.
D’Annunzio trascorreva le sue serate ai tavolini di Piazza San Marco, circondato da uno stuolo di ammiratori.
Il Caffé Florian era insomma the place to be ed era importante far sapere al mondo di esserci stati.
Sul Libro degli Ospiti si ritrovano firme, disegni e dediche dei celebri avventori del Caffé: Chaplin, Gassman, Grace di Monaco, Newman e Clint Eastwood. E ancora l’attrice Valentina Cortese che si fece ricostruire a casa una saletta del Florian per continuare a godere della sua atmosfera magica.
Pittori come De Chirico e Andy Warhol, scrittori come Borges o Hemingway, musicisti, filosofi e pensatori e la lista di coloro che si sono accomodati tra i fregi e le cornici dorate del Caffé Florian potrebbe continuare all’infinito

Il servizio impeccabile e immutato del Caffé Florian
Sedersi al tavolino del Florian è un’esperienza da fare almeno una volta nella vita, nonostante il prezzo altissimo delle consumazioni.
Ogni dettaglio del servizio è studiato con attenzione e si svolge immutato da secoli con tradizione e professionalità.
I vassoi sono in ottone rivestiti d’argento, realizzati a mano in esclusiva per il Caffé Florian di cui hanno il logo inciso al centro. Sono di diverse forme, ovali, tondi, quadrati o rettangolari e si identificano con un numero da uno a quattro a seconda delle persone da servire.
Il vassoio viene impugnato in sei modi diversi, tanti quante le Sale del Caffé. Il più famoso è l’alzata che consente nello sfilare elegantemente tra i tavoli con il braccio a L che lo sostiene sopra la testa.
Infine il vassoio, perfettamente organizzato con tazze, piattini e alzatine per i dolci, viene appoggiato sul tavolino in modo che ogni commensale abbia davanti quello che ha ordinato.
Ma che cosa si può ordinare al Caffé Florian? la riposta potrebbe essere: tutto!. La specialità sono i vari tipi di caffé, infusi e anche la cioccolata calda con un pò di menta come piaceva a Casanova.
Logicamente troverete tutti i cocktail internazionali compresi gli ormai famosissimi Spritz e Bellini e ogni sorta di stuzzichino dolce e salato oltre a degli ottimi gelati.

E’ un piacere infinito sedersi in Piazza San Marco, sotto al campanile e di fronte alla Basilica per sorseggiare una bibita ascoltando ottima musica dal vivo ma… attenzione. Al Caffé Florian la musica si paga e troverete il “supplemento musica” sullo scontrino! Noi eravamo in quattro e abbiamo pagato ventotto euro oltre al costo delle consumazioni.
Comunque sia, però, sono d’accordo con il poeta Henry de Regnier:
“come trovare un altro luogo fuori di questo, dove sia così bello lasciarsi vivere!”.












L’ultima volta che sono andata a Venezia era periodo Covid e, visto il poco afflusso dei turisti, ho potuto scoprire la vera anima della città. Peccato però che molti luoghi fossero ancora chiusi o con accesso solo con prenotazione. Dovevo vedere anche questo caffè, ma non sono riuscita, l’ho visto solo da fuori. Dovrò tornare a Venezia per approfondire la visita rimasta un po in sospeso la volta scorsa, questo luogo è già nella lista dei luoghi da visitare.
Il periodo del Covid ci ha permesso di visitare le città con poche persone e apprezzarne l’architettura che di solito sparisce tra la folla ma ha anche costretto molti locali a rimanere chiusi per lungo tempo. Il Florian è ancora là sotto i portici di San Marco, a te non resta che tornare a Venezia!
Siamo stati al Caffè Flrian durante la nostra visita a Venezia, non c’era la musica ma il conto è stato comunque salatissimo. Eravamo però già preparati ad uno scontrino sopra le righe, perchè sapevamo che è uno dei caffè più rinomati della Serenissima. Un’esperienza da fare a prescindere dal conto secondo me, perchè racconta un pezzo della storia della città.
Logico che per un luogo tanto simbolico e ricco di storia si possa accettare anche uno scontrino decisamente alto! Una volta nella vita ne vale la pena
Il caffè Florian è davvero un’icona di Venezia. Ricordo i nostri caffè VIP quando andavamo in gita con la
scuola… ci sembrava di fare la cosa più glamour della storia
Una volta ogni tanto concedersi una consumazione in un locale glamour è doveroso!
Per me il Caffè Florian è uno di quei luoghi che in realtà sono porte del tempo. Ogni volta che ci entri, ti catapulta in un’altra epoca.
effettivamente sembra di tornare all’epoca delle dame di Casanova!
Mi hai sbloccato dei ricordi sepolti dagli anni. Ero stata in questo caffé storico quando avevo otto anni ed esploravo per la prima volta Venezia. Sono tornata in città poco dopo il Covid ma ho evitato di tornarci per via dei prezzi. Ricordo però la bellezza dei suoi interni. Non ne conoscevo la storia così lunga né il suo proprietario. Sapevo però della diceveria che fosse il locale preferito da Casanova.
Gli interni sono veramente straordinari, così diversi uno dall’altro con specchi, stucchi e affreschi da lasciare a bocca aperta
Ho un sogno nel cassetto: andare al Florian in maschera durante il carnevale e prendere una cioccolata calda.
Quello che mi frena non è la folla del carnevale e nemmeno il conto del café, quello che mi frena è il rimanere incastrata in un costume veneziano per tutto il giorno!
Sulla carta è un sogno magnifico e ogni anno ci faccio un serio pensiero… magari il prossimo carnevale sarà quello giusto… forse…
Innanzitutto ricorda che i tavolini sono girevoli quindi per sederti con l’ampia gonna del costume non avresti problemi.. per il resto mi sa che devi rassegnarti a soffrire!
In tutte le visite a Venezia non ho mai pensato di sedermi al Florian, che ho sempre considerato un bar da turisti. Non conoscevo la sua storia ma il costo sicuramente mi dissuade dall’andarci
Il costo purtroppo è una nota dolente ma una visita all’interno del caffé si può fare anche senza la consumazione ed è un vero gioiello