La remota Reserva Nacional de Fauna Andina Eduardo Avaroa, poco distante dal confine con il Cile, è il fulcro del tour dell’altopiano meridionale della Bolivia.
Incastonati fra le cordigliere andine , i paesaggi della regione Sud Lipez, sono stati capaci di stregarmi con la loro bellezza ultraterrena.
Si tratta di una zona ancora selvaggia e poco frequentata dai turisti ma resta una tappa indimenticabile dell’intero viaggio in Bolivia.
Lungo un percorso cha supera i cinquemila metri, sfiorando un cielo blu cobalto che sembra dipinto, abbiamo attraversato distese di sale e deserti d’alta quota. Scorto vulcani dalle altezze inimmaginabili e montagne dalle mille sfumature colorate. Ci siamo avvicinati a lagune turchesi, verdi e rosse popolate di fenicotteri. Abbiamo incontrato file di lama, gruppetti di vicuñas e simpatiche viscacce.
La Reserva Avaroa si può raggiungere sia dal Salar di Uyuni che da Tupiza con un tour di due o tre giorni su strade sterrate e disconnesse ma , credetemi, ogni scossone sarà ampiamente ripagato!

Come organizzare un tour nella Reserva Avaroa – circuito sud-occidentale
Visitare la Reserva Avaroa e il Salar di Uyuni in autonomia è impossibile dato che le piste, in alcuni periodi dell’anno, diventano impercorribili.
E’ necessario appoggiarsi ad un tour organizzato cercando di valutare attentamente l’affidabilità dell’Agenzia locale. La maggior parte dei tour che raggiungono la Reserva Avaroa durano da uno a tre giorni. Partono e rientrano a Uyuni oppure terminano al confine con il Cile..
Da Tupiza partono quotidianamente i tour che fanno in quattro giorni il cosiddetto “Circuito sud-occidentale” che si conclude al Salar de Uyuni. Il vantaggio di questo percorso capovolto è che si possono visitare le zone più remote del Sud Lipez e, soprattutto, che si arriva alle attrazioni principali in orari diversi da quelli dei gruppi che partono da Uyuni. Questi tour di gruppo prevedono un’organizzazione decisamente spartana con pernottamenti in rifugi senza riscaldamento .
La visita della Reserva Avaroa e dell’altopiano meridionale era il focus del nostro viaggio in Bolivia, tuttavia io non ho la capacità di adattarmi ad una sistemazione da backpacker. Ci siamo fatti quindi organizzare dall’Italia un tour personalizzato che si è rivelato perfettamente adeguato alle nostre esigenze.

Abbiamo sostato per due notti presso l‘Eco Hotel Los Flamencos, affacciato sulla Laguna Hedionda. Un luogo incantevole nel silenzio dell’altopiano a 4200 metri, con una vista eccezionale sulla cordigliera andina.
La struttura, benché confortevole, è comunque abbastanza basica. Luce, riscaldamento e acqua calda sono disponibili solo dalle sei di sera alle sei di mattina e il freddo in camera resta pungente.
A parte qualche piccolo problema di altitudine, le giornate trascorse immersi nella natura estrema e spettacolare della Reserva Eduardo Avaroa ci hanno regalato emozioni fortissime.

La Reserva Nacional de Fauna Andina Eduardo Avaroa
La Riserva Avaroa si trova all’estremo sud della Bolivia al confine con il Cile e l’Argentina. Venne istituita nel 1973 per preservare la ricca biodiversità di questi altopiani fiancheggiati dal Cordon Volcanico della Cordillera Occidental.
L’obiettivo principale della Reserva Avaroa è la protezione dei fenicotteri di James, delle vigogne e di una pianta sempreverde a rischio di estinzione, la yareta, utilizzata come combustibile.
Questa area protetta, visitata ogni anno da oltre 50.000 persone, si estende per ottomila chilometri quadrati ad un’altitudine tra i 4200 e i 5400 metri.
Al suo interno si trovano anche importanti reperti archeologici come i resti della Gran Ruta Inca che attraverso le Ande collegava Ecuador, Perù, Cile e Bolivia.

L’entrata della Riserva si trova esattamente di fronte alla Laguna Colorada; il biglietto costa 150 boliviani (circa 18 Euro).
Su quegli altopiani solitari, spazzati da un’aria che il pomeriggio diventa gelida, la realtà supera ogni immaginazione. Deserti plasmati dai venti, pozze di fango ribollente dal forte odore di zolfo, vulcani attivi e lagune dai colori impensabili.
Sulle strade dell’altopiano
Man mano che la strada si inerpica sulle montagne sempre più alte dell’estremo sud della Bolivia, i paesaggi diventano selvaggi e assumono colorazioni sorprendenti dovute alla presenza di vari minerali.
I “bofedal”, le zone umide e sempreverdi degli altipiani, sono i pascoli per i lama e le vigogne mentre le lagune bordate dal bianco accecante del borace, ospitano gigantesche colonie di fenicotteri.
Dopo aver costeggiato ammaliati la Laguna Cañapa e la più piccola e turchese Laguna Honda, ci fermiamo per la notte al bordo della Laguna Hedionda. Il nome non è molto poetico dato che significa “puzzolente” ed è dovuto all’odore di zolfo che emano le sue acque e che io però non ho minimamente avvertito.
Queste lagune sono incredibilmente affascinanti alla mattina presto quando il leggero strato di ghiaccio che si è formato durante la notte, intrappola i fenicotteri in un immobilismo sospeso.

Il Deserto de Siloli
Proseguendo lungo piste sterrate tra montagne colorate e immense pianure di paja brava, l’erba gialla tipica degli altopiani andini, si raggiunge un deserto d’alta quota.
Il Deserto de Siloli dove le temperature sono gelide e la pioggia rarissima, è considerato come una delle regioni più inospitali della terra. Dal punto di vista geologico fa parte del più vasto Deserto di Atacama di cui ho parlato nel post qui sotto.
Il paesaggio di questa grande spianata di terra rossa punteggiata da formazioni rocciose dalle forme bizzarre, è davvero spettacolare.
L’elemento più caratteristico è l‘Arbol de Piedra, un rilievo modellato dal vento che assomiglia ad un albero fossilizzato.

Gli highlights della Reserva Avaroa
La Laguna Colorada
La grande laguna dall’incredibile colore rosso è una delle mete preferite dai turisti e segna di fatto l’ingresso all’area protetta della Reserva Eduardo Avaroa.
Il colore intenso e quasi arancio della laguna, è dato dalla concentrazione di alghe, plancton e minerali delle sue acque, profonde al massimo 80 centimetri.
Sul bordo, il bianco dei depositi di borace e magnesio contrasta incredibilmente con il blu intenso del cielo e con il carminio della laguna. L’aria tersa e gelida aggiunge fascino ad un ambiente dalla bellezza surreale.
E’ importante ricordare di pianificare il viaggio in modo da raggiungere la laguna nel pomeriggio quando l’incidenza dei raggi solari ne esalta i colori.

Osservando attentamente, si possono individuare tutte e tre le specie di fenicotteri presenti in Sudamerica. I fenicotteri andini hanno il piumaggio rosa chiaro e le zampe gialle. Quelli di James sono più piccoli, e si distinguono per la striatura nera sulle ali. Infine i fenicotteri cileni hanno un’apertura alare maggiore e il becco giallo con la punta nera.
I fenicotteri andini sono presenti nelle lagune boliviane durante tutto l’anno mentre le altre due specie migrano in inverno verso il Cile dove le temperature sono meno rigide.
La Laguna Verde
Dall’alto dei suoi quasi 6000 metri, il cono perfetto del vulcano Licancabur sovrasta una laguna di un ammaliante color smeraldo.
La Laguna Verde è’ forse la più spettacolare dell’intero itinerario all’interno della Riserva Avaroa.
Il bellissimo e inusuale colore è dovuto all’altissima concentrazione di arsenico e piombo delle sue acque che diventano particolarmente spettacolari nel pomeriggio quando il vento gelido le increspa creando una spuma brillante.
Accanto e in continuità con la laguna Verde, si estende la Laguna Blanca di colore azzurro chiaro frammezzato da vaste lingue candide di borace.

Il Sol de Mañana e le Terme di Polques
I gayser e le fumarole di uno dei campi geotermici più alti del mondo, si trovano a 5000 metri di altezza. L’aria è incredibilmente rarefatta e le pozze di fango bollente che emettono vapori intensi e maleodoranti potrebbero essere di un altro pianeta.

La tappa successiva sono le Terme de Polques dove ai piedi del Cerro omonimo si trovano delle piccole pozze di acqua calda. Noi non abbiamo osato sfidare il vento freddo per immergerci e ci siamo invece rifugiati al ristorante per un pasto caldo.
La laguna degrada in lontananza verso il Salar de Chalviri regalando un altro paesaggio mozzafiato.
Il Deserto di Dalì
Le meraviglie della Reserva Avaroa non sono finite. Oltre il Salar de Chalviri proseguendo verso sud, la strada continua a salire e supera un valico a 5000 metri per costeggiare un pendio di sabbia punteggiato da formazioni di roccia che sembrano sculture surrealiste.
Pare che l’artista spagnolo non conoscesse neppure l’esistenza di questo luogo ai confini del mondo che tanto assomiglia alle sue opere.
Vale la pena scendere dalla macchina a dispetto dello sforzo dovuto all’altitudine per fare una piccola passeggiata e ammirare dal lato opposto del “deserto”, la bellissima montagna colorata che si staglia netta contro il cielo.

La chiesa spostata di San Cristobal
Lasciata la Reserva Avaroa con un ultimo sguardo alla Laguna Colorada che alla mattina è solo leggermente tinta di rosa, intraprendiamo il lungo percorso verso Uyuni.
Il paesaggio è sempre di una bellezza stupefacente tra canyon desolati e bofedal popolati di lama allevati dalla popolazione locale per la lana e la carne.
L’ultima sosta prima di raggiungere il Salar di Uyuni è il piccolo villaggio minerario di San Cristobal la cui chiesa ha una storia particolare.
Il paese era infatti collocato nei pressi dell’importante miniera di zinco e argento sfruttata dai tempi degli spagnoli. Nel 1999 il gruppo giapponese che acquisì la miniera, decise di spostare il villaggio più a valle ma la popolazione si rifiutò di lasciare la chiesa. Questa venne quindi smontata pietra per pietra e ricollocata, insieme al cimitero, nella nuova posizione.

La Bolivia ha ricchissime risorse minerarie di ogni tipo: ferro, rame, zinco, argento e litio in gran parte gestite da Società straniere.
La vita dei minatori è tutt’ora durissima e il destino dei villaggi come San Cristobal è purtroppo quello di essere abbandonati una volta esaurito lo sfruttamento della miniera.











