Viaggio nelle tradizioni della Camargue tra cavalli bianchi e tori neri

Corsa camarghese con i cavalli

L’ambiente selvaggio degli acquitrini unito al folklore gitano rendono le tradizioni della Camargue spettacolari e giocose.

L’area del Delta del Rodano, nel sud della Francia, non ha rilievi montuosi, solo la linea dell’orizzonte separa la terra e l’acqua dal cielo.

Le acque salmastre degli acqutrini che si mescolano a quelle del Mediterraneo sono i regno di cavalli selvaggi che la percorrono liberamente, di mandrie di tori neri , fenicotteri rosa, aironi cinerini e di molte altre specie.

Pur risentendo dell’influsso spagnolo, le tradizioni della Camargue non implicano spettacoli cruenti come le corride. Il vero protagonista delle corse camarghesi è il toro e il celebrato e osannato vincitore della stagione diventa un eroe con tanto di nome sui manifesti.

Gli abitanti della Camargue, rudi e genuini sono profondamente legati al territorio, ai suoi simboli e alle sue radicate tradizioni.

I tori e i cavalli sono parte integrante delle tradizioni della Camargue e del suo paesaggio incontaminato e affascinante fatto di acqua e cielo.

Entrambi vivono allo stato semibrado nei grandi spazi aperti della campagna ma questo non significa che siano selvaggi: le “manades” sono un insieme di tori e cavalli che vivono all’aria aperta sotto la sorveglianza dei gardians.

E’ possibile visitare gli allevamenti e fare passeggiate a cavallo guidate.

Viaggio nelle tradizioni della Camargue tra cavalli bianchi e tori neri
ph Office du Tourisme di Arles

I leggendari cavalli bianchi della Camargue vivono allo stato brado nelle paludi e e negli acqutrini del delta del Rodano. Sono animali relativamente piccoli, circa 1,40 m al garrese, molto resistenti al sole cocente, al vento e alle piogge battenti. I loro zoccoli duri si adattano ai terreni fangosi delle terre umide dove si muovono senza difficoltà. Hanno solitamente un carattere docile e sono instancabili lavoratori.

La razza Camargue è nata ai tempi dei romani da un incrocio tra i cavalli arabi e una razza locale, e si è evoluta nel corso dei millenni. La maggior parte di questi cavalli vive in piccoli gruppi nei grandi spazi aperti controllati dai “gardians”.

Proprio perché trascorrono la loro esistenza nel particolare ambiente umido della zona, i cavalli bianchi della Camargue sono poeticamente chiamati “i cavalli del mare”.

Viaggio nelle tradizioni della Camargue tra cavalli bianchi e tori neri

I tori, detti anche “biou, sono all’origine di molte delle tradizioni della Camargue. Vivono nelle mandrie che si possono vedere ai bordi delle strade.

La cultura tradizionale della Camargue si basa sull’allevamento del bestiame e in particolare dei tori neri, utilizzati nelle Arene del Sud della Francia per le tradizionali corse.

L’origine di questa razza è alquanto incerta, si sa solamente che i primi esemplari sono comparsi nel Delta del Rodano molti secoli fa insieme ai cavalli. I tori della Camargue sono veloci e intelligenti, possono cambiare direzione con una rapidità inaspettata. A differenza dei tori spagnoli, più grossi e tozzi, hanno le lunghe corna rivolte verso l’alto.

Normalmente i tori sono molto calmi nel loro habitat naturale, e non è raro vederli radunati sotto un albero per trovare ristoro alla calura estiva. Si spostano lentamente per trovare erba fresca seguendo il simbeù, un toro castrato che porta al collo un campanaccio e guida la mandria.

Purtroppo sia i tori che i cavalli sono marchiati a fuoco con il simbolo della mandria a cui appartengono. Vivendo liberi in spazi molto vasti, sarebbe difficile riconoscerli. I cavalli sono marchiati con una lettera che oltre a rappresentare l’iniziale del nome, indica anche l’anno di nascita (ogni anno i nomi iniziano con la stessa lettera).

Tori e cavalli sono il simbolo di tutta una regione e protagonisti indiscussi di ogni festa camarguese degna di questo nome.

Da Aprile a Ottobre nelle arene di Arles e di tutti i villaggi della Camargue si svolgono i giochi taurini.

La corsa camarghese, che ebbe origine nel 1400, consiste nel prendere al toro la coccarda che gli viene posta sulle corna. La più prestigiosa, la Coccarda d’Oro è quella dell’inizio di Luglio.

Viaggio nelle tradizioni della Camargue tra cavalli bianchi e tori neri
ph Office du Tourisme di Arles

La figura dei gardians, che montano i cavalli per sorvegliare le mandrie di tori, è fondamentale per la sopravvivenza di questa razza.

Questi uomini e donne svolgono un mestiere che è soprattutto una passione, trasmessa da una generazione all’altra. Il loro stile di vita è lo stesso dal 1800: indossano una giacca scura e un largo cappello, utilizzano un bastone a tridente per indirizzare le mandrie e montano con una sella che ha le staffe chiuse in una gabbia.

Il titolo di Gardian si trasmette di padre in figlio: quella di condividere la vita con i cavalli è una tradizione di famiglia. I gardians, che con il loro lavoro garantiscono la purezza della razza portetta dei cavalli Camargue, sono molto orgogliosi del loro stile di vita, della loro cultura e dei loro animali me purtroppo sono rimasti in pochi.

Ogni anno, il 1 Maggio, ad Arles si celebra la Festa dei Gardians: un momento suggestivo e spettacolare con i protagonisti in abiti tradizionali e la benedizione dei cavalli.

Per maggiori informazioni sulla storia e la vita dei gardians vi invito a leggere

Il Museo Arlaten di Arles, moderna galleria dell'identità provenzale
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La croce della Camargue simbolizza tutto l’animo di un popolo di guardiani e pescatori. La forma della croce evoca i tre elementi, l’acqua, la terra e il cielo che sono l’essenza di questa regione.

La parte più bassa della croce ha la forma di una barca, quella delle Sante Marie approdate qui per evangelizzare la Provenza. Rappresenta l’acqua ed è’ il simbolo della speranza.

Al centro è raffigurata la terra: un cuore simbolo di carità e segno dell’amore degli uomini per la loro regione.

Infine in alto, il cielo: i tridenti utilizzati negli allevamenti dei cavalli rappresentano la fede.

La croce fu fatta disegnare a Paul Herman dal marchese Folco de Baroncelli. Nato da una famiglia nobile di origini fiorentine, trascorse l’infanzia a Nimes e si innamorò dei tori e della Camargue. Divenne poi allevatore ma soprattutto strenuo difensore di una terra che aveva saputo mantenere intatte le tradizioni provenzali.

Viaggio nelle tradizioni della Camargue tra cavalli bianchi e tori neri

Ormai sono rimasti in pochi a tagliare le canne a mano nelle paludi di Vauvert ma una volta la “sagne” come si chiama in provenzale, era una vera fonte di sostentamento.

La canna della Camargue è di ottima qualità e viene esportate in tutta Europa e utilizzata nei tetti grazie alle sue caratteristiche di isolante termico e acustico.

Tagliate verdi in estate e poi lasciate essiccare , le canne diventavano foraggio per il bestiame e tettoie per le case degli allevatori, i caratteristici cabanon, parte integrante delle tradizioni della Camargue.

Si tratta di costruzioni molto semplici ma studiate per adattarsi al clima della regione: i muri imbiancati a calce sono sormontati da un tetto con una lunga trave che serviva ad isolare la casa dai fulmini e anche per attaccarvi le corde che la ancoravano al suolo nei giorni di maestrale. All’estremità della trave erano attaccate delle corna di toro o un legno a forma di croce.

Viaggio nelle tradizioni della Camargue tra cavalli bianchi e tori neri

E’ una terra che non smette di stupirmi e conquistami la Camargue, con la sua natura incontaminata, fatta di saline rosa, canneti, acquitrini e radicate tradizioni.

Una terra dove il rapporto dell’uomo con la natura, che si tratti di raccogliere il sale o di allevare i tori, non è mai di supremazia ma di grande rispetto.

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38 Risposte
  1. Bellissimi paesaggi e tradizioni davvero interessanti. Ho viaggiato in Francia, ma non in questa zona che dal tuo racconto pare selvaggia e densa di tradizioni!

  2. Una terra davvero magnifica che spero di visitare di nuovo presto. Utile questo tuo articolo sui cavalli e sui tori – ho scoperto varie informazioni e curiosità interessanti – ammetto che un po’ questi animali mi spaventano, ma immagino la meraviglia di vederseli davanti correre liberi per i prati o appisolati all’ombra di un albero. In Camargue hai assaggiato la carne di toro? Io la mangio in Spagna (ogni volta che vado ordino un bel rabo de toro, vale a dire la coda, che trovo ottima).

  3. Sono stata una volta sola da queste parti: abbastanza da rimanerne affascinata, ma non abbastanza da riuscire a conoscere queste particolarità. Conoscevo la tradizione dei cavalli, ma non quello della croce. Oltre a essere bello a vedersi come simbolo, è importante perché racchiude in sé le anime di una regione.

  4. Quando sono stata in Camargue, qualche anno fa, ho visto moltissimi di questi cavalli bianchi, anche se devo confessare che alcuni erano piuttosto sporchi. Sapevo che si pratica la corrida in queste zone, ma di tori non abbiamo visto neanche l’ombra!

    1. Antomaio

      i cavalli spesso sono lasciati allo stato brado e quindi non sono proprio bianchi, quelli dei maneggi invece sono sempre tirati a lucido. Le mandrie di tori si possono vedere visitando le manades ma a me è capitato spesso di vedere i tori nei campi, bellissimo quando ci sono cavalli e tori insieme, il simbolo della Camargue

    1. Antomaio

      anche a me piace molto Les Saintes Maries de la mer, e parlerò, anche per la leggenda delle Marie arrivate in barca

  5. Una articolo molto bello! Adesso conosco delle tradizioni in più in Francia. Mi ha colpito molto il significato del simbolo della regione ma ci sta visto i suoi interessi primari!

    1. Antomaio

      la croce camarguese è veramente bella, io ho comprato l’adesivo e l’abbiamo messo sulle borse della moto

  6. Ho sempre detestato la tauromachia e mi sono sempre rifiutata di assistere a qualsiasi spettacolo all’interno di arene dove fossero coinvolti animali. Sono riusciti a convincermi ad assistere ad uno spettacolo ad Arles, e, nonostante sia sempre contraria all’utilizzo di animali in riti e tradizioni, ho visto più rispetto e considerazione per i poveri tori. Un punto per il Camargue.

    1. Antomaio

      anche io non sopporto la violenza sugli animali e le due corride che ho visto in Spagna mi hanno colpito e sconvolto. I giochi camarguesi non sono violenti ma presuppongono la supremazia dell’uomo sull’animale… un fatto ancestrale che resterà per sempre

  7. Mi piacciono molto le tradizioni che fanno scoprire e conoscere al meglio un popolo. Di solito cerco sempre di capire e ricercare proprio le usanze e le tradizioni. Credo che siano una parte molto importante di un viaggio.

    1. Antomaio

      anche io cerco sempre di approfondire la conoscenza della storia e delle tradizioni dei luoghi che visito. La Provenza è una regione che frequento molto e che continua a sorprendermi

  8. Camargue terra di cavalli e indissolubilmente legata alle sue tradizioni: l’ho visitata solo di sfuggita nel 2017 ma mi ha conquistata e mi piacerebbe rivisitarla più in maniera approfondita. Che dire poi dei cavalli Camargue… Li ho cavalcati e li trovo davvero forti e poderosi, nonché fedeli e gentili.

  9. Arianna

    Non ho mai visitato la Camargue ma deve essere bellissima con tradizioni così sentite e tanta natura, che spettacolo i cavalli allo stato brado!

  10. Sono andata a cavallo per tanti anni e i cavalli della Camargue sono tra i cavalli che vorrei tanto montare prima o poi. Sono entrati un po’ nel mio immaginario di cavalli mitici insieme al cavallo arabo.

    1. Antomaio

      ho visto molti maneggi che organizzavano passeggiate a cavallo, spesso però mi sembravano cavalli un pò anziani e molto sfruttati. Cedo che sia una bella esperienza ma bisogna scegliere la struttura giusta, come in tutte le avventure

  11. Non conoscevo questa tradizione, soprattutto la figura del toro in contrapposizione con la Spagna (per me che vivo in Spagna mi tocca da vicino, anche se non sono un amante delle corride). Paese che vai…

    1. Antomaio

      mi sembra tutt’ora strano questo angolo di Spagna nel Sud della Francia e anche io non sono una appassionata degli spettacoli che coinvolgono gli animali. D’altra parte si tratta di tradizioni e abititudini talmente legate al territorio che ne sono imprescindibili

  12. Non conoscevo tutte queste storie e queste tradizioni, ma da come ne parli percepisco il tuo grande amore e ammirazione per questo territorio. Non ci sono mai stata, ma adoro i luoghi così, selvaggi per certi versi, delicati e profondi per molti altri

    1. Antomaio

      Io adoro la Provenza e la Camargue ne è parte anche se ha una sua storia e una sua identità ben precisa. Tutto il Sud della Francia mi affascina per paesaggi e tradizioni

  13. Bellissimi i cavalli di Camargue! Li ho potuti vedere in loco ma anche qui da noi, in FVG, nella riserva naturale della foce dell’Isonzo, dove vive una piccola colonia di questi stupendi animali.

  14. Bellissimo immergersi nelle tradizioni di altri paesi, scoprirne gesti, rituali e simboli. Pezzi di storia che non devono scomparire e che per fortuna in alcuni luoghi vengono alimentati con queste manifestazioni che riportano indietro nel tempo.

    1. Antomaio

      Credo che la Camargue rimarrà ancora per molto legata alle su tradizioni e ai sui simboli, la gente li sente nel sangue e le manifestazioni e i giochi non sono solo a beneficio dei turisti

  15. Molto bello ed interessante questo articolo! Sogno da tempo un viaggio in Camargue proprio durante una delle sue feste tradizionali. Queste che descrivi oppure quelle della settimana santa. Spero di poterlo realizzare presto perché è una terra che mi affascina molto!

  16. Siamo stati in Camargue nel 2018 . Purtroppo sono in giorno e quindi non siamo riusciti a vedere tutto. Vorrei tornarci ed avere più tempo per cogliere meglio le tradizioni dei gardians..

  17. Conosco solo una coppia di amici che ha visitato questa zona della Francia e ne sono rimasti estasiati…mi parlavano di questi cavalli bianchi che correvano lungo le spiagge vuote, di paesaggi mozzafiato che ti riempiono l’anima e del famoso Cafe di Arles dipinto da Van Gogh 😍 adesso leggo questo articolo e penso ancor di più di essermi persa una zona meravigliosa a poche ore di macchina da casa! Devo assolutamente recuperare prima o poi 🤩

    1. Antomaio

      La zona è davvero molto particolare e la natura ancora selvaggia. Si possono fare delle belle passeggiate anche a cavallo

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