Si svolge ogni anno in Camargue, a Saintes-Maries-de-la-Mer, il pellegrinaggio gitano in onore di Santa Sara, patrona degli zingari.
Nel mese di Maggio Rom, Sinti e altri gruppo nomadi si radunano in questo piccolo villaggio che è terra di leggenda. E’ l’occasione per le famiglie di ritrovarsi, di celebrare matrimoni e battezzare i bambini nella chiesa delle Sante.
Saintes-Maries-de-la-Mer, in bilico tra cielo e mare là dove il Rodano incontra il Mediterraneo, diventa il crocevia di una comunità ricca e variegata proveniente da tutta Europa. La convivenza con gli abitanti non è sempre facile ma il fervore dei devoti è toccante e coinvolgente.
Folklore, devozione e misticismo si mescolano in una festa che accomuna gitani e provenzali nella celebrazione di tre figure femminili misteriose e leggendarie. Il pellegrinaggio gitano precede di un giorno la processione cattolica con la barca delle Marie e diventa un’unica festa.

La leggenda della barca senza remi delle Marie
Narra la leggenda che nel 42 d.C., una barca senza vele e senza remi, approdò sulle rive del delta del Rodano, dove poi sarebbe sorto il villaggio di Saintes-Maries-de-la-Mer.
Sulla barca c’erano Maria di Giacomo, Maria Salomé, Lazzaro, sua sorella Marta e Maria Maddalena. Tutti fuggiti dalla Palestina a causa della persecuzione dei cristiani. Le Marie erano accompagnate dalla loro serva Sara che non volle abbandonare le donne con cui aveva trascorso la vita. Secondo altre versioni invece, Sara era una giovane gitana dalla pelle scura che accolse i profughi sulla spiaggia.
Le Marie sono figure realmente menzionate nei Vangeli. Le troviamo anche ai piedi della croce accanto a Maria sua madre e al discepolo Giovanni.
E sono ancora loro, le donne che per prime videro Gesù risorto il giorno di Pasqua. Nella chiesa di Saintes-Maries-de-la-Mer, dove ha inizio il pellegrinaggio gitano, pari si trovi ancora l’urna degli unguenti preparati per il corpo di Gesù.
I resti delle Sante Marie furono scoperti nel 1400. Riposavano su uno strano blocco di marmo oggi inserito in una colonna e conosciuto come il “cuscino delle Sante”.

Sara la nera patrona dei gitani
L’identità di Sara resta misteriosa, ma le testimonianze della sua venerazione sono molto antiche. Secondo alcuni lei è l’umile serva devota alle sue padrone al punto di voler essere esiliata con loro. Si narra che Maria Salomé gettò il suo mantello sul mare e Sara vi camminò fino a raggiungere la barca in fuga.
Secondo altri Sara la nera potrebbe essere collegata alla Dea Kali il cui culto arrivò in Francia con la comunità Rom di origine indiana. La dea, rappresentata con il volto scuro, durante il rito indiano viene immersa nell’acqua.
Quello che è certo è che Santa Sara non è una rappresentazione della Madonna Nera come si potrebbe credere. Sara è la patrona che i gitani hanno scelto di venerare come simbolo di fedeltà, sentimento che ognuno potrebbe imitare.
Le donne gitane adornano la statua della Santa con l’abito nuovo, che si aggiunge ai cinquanta che si sono sovrapposti nel corso degli anni. Le offerte e gli ex voto si accumulano ai suoi piedi . Nella cripta ardono i ceri, un’onda di calore quasi inquietante vibra sotto la pietra scura in un’atmosfera intensamente mistica.
Saintes Maries de la Mer, il pellegrinaggio gitano e la processione delle Marie

Il 24 Maggio di ogni anno la statua di Sara viene portata alla spiaggia, immersa in mare e poi riaccompagnata in chiesa tra acclamazioni, musica, canti e suono di campane.
La chiesetta è stracolma di persone che accendono candele e intonano canti. I gardians a cavallo con il costume tradizionale e il bastone a tridente, accompagnano la statua fino al mare. I musicisti gitani improvvisano spettacoli per le strade e un fiume di turisti si mescola alla festa tra canti, balli e violini tzigani.
Al passaggio della statua, le mani si allungano per toccarla e chiedere una grazia, una guarigione, l’arrivo di un figlio.

Il giorno successivo al pellegrinaggio dei gitani, quindi il 25 Maggio, a Saintes-Maries-de-la-Mer si svolge la processione con la barca delle Marie. Nella chiesa gremita di gente, la cassa contenente le reliquie viene calata a mano lungo tutta l’altezza della navata con un antico sistema di corde. Man mano che la cassa scende, alle corde si legano i mazzi di fiori portati dei fedeli che assistono al rito tenendo tra le mani una candela accesa e intonando un canto.

Anche la barca delle Marie è accompagnata in processione fino al mare. La folla è composta da molti fedeli, gitani, di nuovo i gardians a cavallo e le arlesiane in costume tradizionale.
Entrambe le processioni hanno un forte valore simbolico, rappresentano l’unione di culture diverse che confluiscono, qui nel Delta della Camargue, in una comune storia europea. La venerazione della gitana dalla pelle scura e delle donne profughe arrivate da Oriente è il simbolo tangibile di quella contaminazione che diventa sempre più irrinunciabile nel nostro mondo.
Saintes-Maries-de-la Mer, cosa vedere
Il villaggio di Saintes-Maries-de-la-Mer sorge in un luogo fuori dal tempo e dal mondo, stretto tra i due rami del Reno, in mezzo a una pianura piatta di acquitrini e saline, tra paludi e canneti. Il punto più alto è il campanile della chiesa da cui ammirare il selvaggio paesaggio circostante.
Su questa spiaggia del Mediterraneo, approdarono i Santi della Provenza. Marta che cacciò il drago di Tarascona, Lazzaro resuscitato da Gesù e futuro vescovo di Marsiglia e infine Maria Maddalena, prima testimone della resurrezione, che terminò i suoi giorni in una grotta sulla montagna Sainte Baume.

La prima volta che sono arrivata a Saintes-Maries-de-la-Mer era inverno. Il mistral soffiava forte e gelido sui canneti e sulle dune di sabbia. Nel centro semideserto e con la maggior parte dei locali chiusi, la chiesa carolingia mi è sembrata davvero una fortezza.
La croce della Camargue spiccava fieramente sulla pietra chiara con i suo simboli di virtù e tradizione.
Per saperne di più sulle radicate tradizioni della Camargue vi invito a leggere il mio post:
Cavalli bianchi e tori neri, simboli e tradizioni della Camargue

Senza turisti il villaggio di casette bianche sembrava più spagnolo che francese. La spiaggia dove Van Gogh dipinse le sue barche da pesca aveva un fascino quasi nordico. In questa terra di frontiera non riuscivo a ritrovare il Mediterraneo vibrante del Midi.
Quando sono tornata in piena estate, i tendoni dei ristoranti nascondevano le casette bianche e sul tetto della chiesa si affollavano gruppi di turisti per le foto del tramonto. La spiaggia era bellissima bordata da un mare color blu cobalto.

In qualunque stagione la si visiti a Saintes-Maries-de-la-Mer resta la sensazione di un luogo sospeso, il fascino di una terra di frontiera dove tori, cavalli e zingari trovano la loro patria.

Saintes Maries de la Mer, info e curiosità
Saintes-Maries-de-la-Mer può diventare un ottimo punto di partenza per visitare il Parco Naturale Regionale della Camargue. Molti maneggi organizzano passeggiate a cavallo in mezzo alla natura e in estate si possono ammirare le meravigliose saline rosa.
Per approfondimenti sulle Saline:
Le saline della Camargue, uno scenografico mare rosa

Un modo originale e pittoresco per arrivarci è il Bac Sauvage, lo storico traghetto a pale che attraversa il braccio del Piccolo Rodano.
Da non perdere il Parco Ornitologico di Gau e una visita alla bellissima città di Aigues Mortes cinta dalle sue imponenti mura medievali.
La barca senza vela e senza remi che condusse le Marie in Francia, è stata di ispirazione alla curiosa forma di un dolce tipico di Marsiglia.
In questo articolo vi racconto la leggenda delle navettes:
Le navettes di Marsiglia, il dolce della Candelora
E’ bello pensare che a Saintes-Maries-de-la-Mer il pellegrinaggio gitano di Maggio richiama migliaia di turisti, in onore di tre donne coraggiose venute da lontano.

Per aggiungere infine un pò di mistero a questo luogo già così particolare, vi posso dire che il pavimento davanti alla chiesa ha la forma di un esagono oggi un pò sbiadito ma che doveva essere rosso, all’interno del quale ci sono sei triangoli neri tre con il vertice verso l’alto e tre verso il basso. Unendo i sei vertici si otterrebbe il disegno del sigillo di Salomone.
Lungo la strada non dimenticate di prestare attenzione alle costruzioni bianche col tetto di paglia. Sono i cabanons, le case dei gardians, i custodi delle mandrie di tori neri della Camargue. La loro costruzione rispetta un preciso orientamento che tiene conto del forte vento di maestrale e sulle facciate è immancabile la stupenda croce camarghese in ferro battuto.




Siamo stati a Les Saintes Marie de la Mer sia in autunno che in primavera, e abbiamo avuto modo di assistere a diverse manifestazioni gitane. Una in particolare prevedeva proprio rodei e giostre con i cavalli. Gli abiti erano meravigliosi e mi è sembrato per un attimo di far parte della loro grande famiglia.
Davvero gli abiti sono stupendi! E poi con che eleganza e che fierezza vengono indossati.
Sono stata da queste parti ma troppi anni fa e per pochissimo tempo, e ricordo un paio di giorni di pioggia a dirotto. Devo decisamente tornarci, e magari con un tempo più clemente che permetta anche di godersi questi colori stupendi. Oltretutto dal Piemonte Saintes Maries de la Mer non sarà troppo lontano quando apriranno i confini. Spero per Pasqua ma forse sono troppo ottimista.
che peccato la pioggia! La prima volta che ci sono arrivata faceva un freddo pazzesco con un vento fortissimo ma almeno non pioveva e ho potuto passeggiare. Ci devi assolutamente tornare e speriamo davvero che questa primavera si possa partire
Non sembra proprio un villaggio francese, ma come hai detto, anche a me ricorda lo stile spagnolo. Molto particolare questa tradizione gitana, deve essere davvero una bella festa.
E’ decisamente molto spagnoleggiante l’architettura di Santes Maries de la Mer ma d’altra parte in questo angolo di Provenza l’influenza spagnola tra tori e arene, si sente molto
E’ bello leggere di questi luoghi che portano avanti le tradizioni di vecchia data, in molti luoghi queste tradizioni si stanno perdendo purtroppo.
religione, folklore, tradizione si mescolano in questa manifestazione che per ora riesce superare lo scopo meramente turistico. Speriamo che continui a essere così
Bellissimo articolo, nel tuo blog ritrovo sempre informazioni curiose e davvero poco note che fanno venir voglia di visitare i luoghi da te raccontati.
Non conosco la zona della Camargue, ma il tuo articolo mi ha dato ottimi spunti di viaggio e la curiosità di conoscere questa regione!
la Camargue, pur essendo in Provenza ha paesaggi e tradizioni davvero unici, anche per me è stata una bella scoperta
Quando siamo stati in Camargue abbiamo visitato questo splendo paese e ci abbiamo soggiornato per un paio di giorni; purtroppo però non siamo riusciti a vedere questa festa gitana perchè ci siamo stati in settembre. Ma prima o poi, mi piacerebbe tornarci!
Saintes Maries de la Mer è bella in ogni stagione e il suo fascino cambia tantissimo. In inverno sembra completamente diversa da come la si vede in stagione con i negozi animati e i turisti
Una tradizione molto particolare quella di questa santa! Noi qui in Piemonte abbiamo il culto della Madonna Nera di Oropa che per un lato assomiglia a questo
Sara, anche se ha la pelle scura, non è da confondere con la Madonna nera. Lei è proprio Sara e basta
Sono sempre molto affascinata dalle tradizioni dei popoli nomadi, soprattutto da quelli che vivono in Europa. Il tuo post è molto interessante e mi ha incuriosito moltissimo. Mi piacerebbe molto assistere alle celebrazioni di questa festa così antica.
e’ una cosa incredibile che i nomadi di tutta Europa si ritrovino in un luogo sperduto nel delta del Rodano… ma la devozione è un legame forte
Beh, che dire, Santa Sara è ovviamente la “mia” santa e mi piacerebbe moltissimo poter assistere a questa celebrazione così particolare, di cui ho sempre sentito tanto parlare ma che purtroppo non ho mai visto dal vivo. E’ stato molto bello leggere il tuo articolo e vedere le splendide foto; mi hai fatto venire ancor più voglia di andare a festeggiare il mio onomastico da quelle parti, prima o poi! 🙂
sarebbe una buona occasione per festeggiare l’onomastico!
Avevo sentito parlare di questa festa ma non ne conoscevo tutti i dettagli da te indicati, mi piace molto quest’atmosfera così sospesa
E’ un luogo molto particolare Saintes Maries de la Mer, quasi non sembra neppure di essere in Francia
Sono stata a Saintes Maries de la mer ma purtroppo non ho potuto vedere i festeggiamenti né la processione dei gitani (i festeggiamenti erano già finiti). Nonostante ciò la cittadina mi ha letteralmente conquistata e ho adorato il fatto che sia piena di tradizioni, di folklore e di bellezza.
Ha davvero un’atmosfera magica questa cittadina con le case imbiancate che fanno dimenticare di essere in Provenza
E’ una vita che desidero partecipare a questa festa. Sono stata a Saintes Maries de la Mer tantissimo tempo fa, ma sono stata subito affascinata dall’atmosfera gitana e a metà tra Francia e Spagna. Avevo anche cercato di organizzare un viaggio di gruppo per il pellegrinaggio… poi è arrivato il COVID 🙁
e ho paura che anche quest’anno il pellegrinaggio di Santa Sara salterà…. in Agosto comunque c’era tantissima gente e il villaggio era animato e vivace nonostante le mascherine obbligatorie ovunque
Come ti avevo già scritto in un altro commento, adoro la Camargue che ho visitato però solo in parte e vorrei tornare facendo base proprio a Saint Marie de la Mer. La prima volta che sentii parlare della Camargue, ormai tantissimi anni fa, fu proprio attraverso un articolo di questa manifestazione gitana e mi ripromisi di andare a vederla un giorno!
Saintes Marie de la Mer è un’ottima base per esplorare la Camargue che è una regione bellissima indipendentemente dal folklore della festa gitana
Molto interessanti le tradizioni legate alle Marie, non le conoscevo. Sono stata a Saint Marie de la Mer alle medie durante una gita in Camargue e me ne sono innamorata. Non vedo l’ora di tornarci!
la storia logicamente è un pò romanzata però rimane il fatto che le figure delle Marie sono realmente esistite e hanno dato origine alla tradizione cristiana della Provenza
Da appassionata di fotografia, prendere parte alle manifestazioni di Saint Marie de la Mer sarebbe il coronamento di un sogno. Ci avevo fatto un pensierino l’anno scorso ma sappiamo cosa è successo. Non dico quest’anno ma ci spero nel prossimo anno!
incrociamo le dita e speriamo che per il prossimo anno tutte le manifestazioni riprendano!
La cultura gitana mi affascina sempre molto. Leggendo il tuo racconto sul pellegrinaggio gitano in onore di Sara La Nera non posso fare a meno di trovare evidenti analogie con le festose, colorate e appassionate “romerie” che si tengono in Andalusia.
immagino che siano molte similitudini, nelle vetrine dei negozi di Saintes-Maries de la Mer non è raro vedere costumi simili a quelli delle gitane andaluse con colori sgargianti e rouches
Non conoscevo proprio questa cittadina e le tradizioni che ci hai fatto piacevolmente scoprire . Piacevole lettura
E’ un luogo molto particolare e cambia tantissimo a seconda delle stagioni, in inverno quasi deserta e affollatissima in estate
Sono stato a Les Maries-de-la-Mer circa 10 anni fa nel corso di un tour della Provenza e della Camarga. Lo scopo era quello di vedere la statua di Sara la Nera, Santa Sara per la Chiesa cattolica, che potrebbe essere stata, come alcuni asseriscono la figlia di Gesù! Cosa notevole che potrebbe benissimo essere presa in considerazione visto che la Vergine Maria (sua possibile nonna, che era molto probabilmente di carnagione scura, la Vergine “Nera” di molte icone) così come anche Gesù molto probabilmente era di carnagione olivastra, come lo è la Madonna di Loreto, quella di Cracovia, di Chestokova, ecc.
La Chiesa Cattolica riconosce il culto di Santa Sara ma non ci sono evidenze storiche e neppure nei vangeli apocrifi che possa avere un legame di sangue con Gesù. Onestamente è una questione che non mi sono mai posta
Avevo sentito parlare del pellegrinaggio dei gitani a Saintes Maries de la Mer, ma non avevo mai approfondito la storia delle Marie e della celebrazione di questa festa, dev’essere davvero unica al mondo. Poi, il fatto che il paesino sia così particolare e diverso, mi attira ancora di più! In effetti dalle foto che hai messo sembra più Spagna, come hai scritto tu, che un paese della Provenza.
la storia e la leggenda si mescolano in un’atmosfera davvero suggestiva in un angolo spagnolo in terra francese