I vigneti di Saint Emilion e il suo borgo medievale sono stati definiti dall’Unesco “un notevole esempio di paesaggio viticolo storico rimasto intatto”.

Le vigne patrimonio dell’Umanità
Dal 1999, insieme agli otto comuni della Giurisdizione, i 5.000 ettari di vigna che circondano Saint-Emilion sono considerati Patrimonio Mondiale dell’Umanità.
I viticoltori della zona continuano a lavorare per preservare questo territorio unico al mondo fatto di vigne, chiese, vecchi mulini e piccionaie dal fascino incontestabile.

Sui dolci pendii delle colline si estendono a perdita d’occhio gli ordinati filari delle vigne che alla luce autunnale si tingono di tonalità accese di giallo e di rosso.
All’ombra del famoso campanile di Saint-Emilion si concentra un numero impressionante di “Chateaux” e di “Domaines” che producono uno dei vini migliori del mondo, rigorosamente controllato e classificato.
Le proprietà, spesso non molto grandi poiché derivano dalla suddivisione medioevale del terreno, si chiamano “Chateaux” anche se le case padronali non sono propriamente dei castelli ma piuttosto delle imponenti ville di campagna.

Percorrendo una delle tante “strade del vino ” che attraversano i vigneti di Saint Emilion è impossibile non farsi tentare dalla visita ad alcuni di questi “domaines” o cantine (come diremmo noi in italiano!).
Ma prima di tutto cerchiami di capirne un pò di più su questo straordinario vino.

Classificazione dei vini Saint Emilion
I vini prodotti nei nove comuni della Giurisdizione di Saint-Emilion sono suddivisi in due principali AOC (Appellation d’Origine Controlée, paragonabile al nostro DOC): il Saint-Emilion e il Saint-Emilion gran cru.
Entrambi sono costituiti da uve di merlot, cabernet franc e cabernet sauvignon. Il grand cru, però , ha alcune regole più rigide ad esempio la produzione non deve superare i 400 litri per ettaro.
Le caratteristiche organolettiche del terreno che cambiano a seconda degli appezzamenti, la diversa esposizione al sole e il mix delle uve, rendono ogni vino diverso dall’altro.

Una complicata classifica, che viene modificata ogni dieci anni, suddivide le produzioni di grand cru in questo modo:
- Premier Grand Cru Classé A
- Premier Grand Cru Classé B
- Grand Cru Classé
- Grand Cru
La scelta è davvero enorme e pur non essendo grandi intenditori è emozionante incantarsi davanti a un calice di vino color rosso rubino. Assaggiandolo ad occhi chiusi si riescono a percepire gli aromi di frutti rossi del merlot, e l’elegante persistenza del sauvignon in un accordo perfetto di profumi e sapori.
Saint-Emilion, il villaggio
Saint-Emilion non è solo vino. Il villaggio medievale, annidato su un promontorio roccioso è davvero incantevole.
Il suo centro storico, al pari dei vigneti che lo circondano, è Patrimonio Unesco.
All’entrata del paese rimane ancora un pezzo di muro di quello che era un convento dominicano con le grandi bifore vuote alla suggestiva luce del crepuscolo.

Arrampicandosi per le vie lastricate e costeggiate da dimore storiche, si arriva alla Place du Clocher. Il campanile è visibile da ogni angolo della campagna , da qui si gode una bella vista sulla piazza e sui vicoli sottostanti.
Nel chiostro di un ex convento francescano, le Cloître des Cordeliers, si possono assaggiare i vini frizzanti prodotti nelle cantine sottostanti.
Nelle vetrine bottiglie millesimate dai prezzi astronomici, bicchieri e caraffe di cristallo che permettono di gustare al meglio il prezioso nettare.

Un’ultima passeggiata per visitare il bel chiostro della Collégiale e per sorridere all’idea che le fontane del lavatoio erano due. Una per i ricchi al coperto e una per le famiglie povere senza riparo e soprattutto separata dalla precedente perché l’acqua del bucato non mescolasse i ceti.
Ancora un attimo, un ultimo sguardo su questa magnifica campagna che la luce del tramonto tinge di viola.
Poi il sole scompare e il bordeaux di Saint-Emilion riempie i calici e riscalda i cuori.

Molto tecnico questo post. Non bevo quindi non conosco i vini. Ho visto Saint Emilion sotto pioggia battente . Molto turistica,villaggio molto ben conservato, ma non mi ha emozionato come credevo. Se vuoi leggi anche il mio post per confrontarsi.
Condivido il fatto che il villaggio di Saint Emilion non sia particolarmente emozionante proprio perchè troppo perfetto ma ho adorato l’atmosfera dell’autunno, delle vigne e soprattutto del vino!
Ultimamente io mi sto appassionando sempre più ai vigneti e al buon vino. L’atmosfera che si respira qui è incredibile, posso immaginare solo il profumo del vino che inonda l’aria!
Anche io mi sto appassionando al vino! E’ un mondo intricatissimo, ricco di tecnica e informazioni. Ne ho fatto un piccolo assaggio e mi sono molto divertita
Se ti piace unire foliage e vigneti, prova a fare un giro in Val di Cembra (in Trentino) in Ottobre. I colori sono spettacolari.
Ne terrò conto, mi piace il Trentino ma lo frequento poco
40 litri per ettaro? Un po’ pochino
E’ un refuso, 400 litri per ettaro. Grazie della segnalazione